Jotaro, il mio amore giapponese - Capitolo 3
Data: 04/09/2018,
Categorie:
Anale
Hardcore,
Gay / Bisex
Autore: aramis45, Fonte: xHamster
... scriverò dei miei incubi. Forse dopo la gente capirà perché i ragazzi gay hanno paura di dire che sono gay.
Ad ogni modo andammo in cucina ed io preparai dei panini.
Siccome era una bella giornata, andammo nel cortile dietro casa e ci sedemmo su di un dondolo a mangiare e chiacchierare.
“Cosa spinge quei ragazzi a vendere ed usare droga?” Chiese Jotaro.
“Non lo so. Forse è perché cercano dei brividi o vogliono solo scappare da questo mondo per un po’. Chi lo sa veramente?”
“Non sanno che i loro problemi non se ne vanno facendolo?”
“Forse lo sanno. Li occultano solo per un po’. Questo è tutto.” Dissi alzando le spalle.
“Basta così. Cosa stai facendo con quel lavoro di italiano?”
“Non ci ancora pensato. Mi mancano le idee.” Sospirai.
“Non potresti scrivere un'intervista immaginaria ad uno scrittore famoso?”
“Sì, come?” Chiesi.
“Scrivi di uno dei tuoi scrittori preferiti. Ti piace così tanto leggere!” Esclamò lui.
“Oh, sì. Potrei fare un'intervista immaginaria a Masters e Giannison (Nota: Gli autori di ‘L’atto sessuale nell’uomo e nella donna’.), scusa, ma dovresti raccogliere informazioni su uomini che non fanno altro che masturbarsi?”
Jotaro cominciò a ridere: “Oh, ragazzi! Ecco una cosa che farebbe veramente alzare molte sopracciglia, !”
“Ha, ha, ha, veramente divertente!” Esclamai ridendo.
“Non so quello che stai leggendo ultimamente!” Ghignò lui.
“Libri sul sesso, e molti!” Esclamai. “Ma nessuno di loro mi dice quello che ...
... voglio sapere.”
“Non imparerai mai di amore e relazioni così. Devi imparare stando con me. Noi impareremo insieme, perché l'esperienza è la miglior insegnante. Ci mostrerà molte cose, sentiremo molte cose e faremo molte cose insieme.” Affermò Jotaro.
Sapevo che aveva ragione. Lui aveva ragione anche su molte altre cose. Io ero contento di averlo con me.
“C'è un libro che veramente mi piace. Potrei scrivere di quello.” Pensai: “Non ricordo chi è l’autore, ma mi piace il suo stile di scrittura.
“Fallo! Vada per quello!” Esclamò Jotaro.
“Lo farò, amore.” Dissi piano.
Jotaro sorrise e toccò la mia faccia. Sentii l'amore nel suo tocco.
Il pastore tedesco di mio papà, Happy (mia madre lo aveva chiamato Happy perché lui era sempre felice di vederti quando uscivi in cortile. Ti saltava addosso, metteva le zampe anteriori sulle tue spalle e ti leccava la faccia.) si avvicinò e si accucciò vicino a noi.
“È un bel cane, anche a me piacerebbe averne uno.” Sospirò Jotaro.
Lo guardai grattare dietro le orecchie di Happy, a lui era sempre piaciuto.
“Pensi che potremo avere un cane quando avremo casa insieme?” Chiese Jotaro.
“Sicuro. Il migliore che potremo trovare e lo potremo mettere in un grande recinto.” Dissi sorridendo.
“Figo.” Ghignò lui.
Poi divenne silenzioso mentre continuava ad accarezzare Happy. Capii che c’era qualche cosa che mi voleva dire.
“Jotaro, amore, c'è qualche cosa che non va?” Chiesi.
Lui mi guardò: “Sono insicuro, Davide. Sto ...