1. Jotaro, il mio amore giapponese - Capitolo 3


    Data: 04/09/2018, Categorie: Anale Hardcore, Gay / Bisex Autore: aramis45, Fonte: xHamster

    Capitolo Tre
    
    La nostra relazione avanza
    
    Più i giorni passavano e più diventavamo intimi. Non era sempre sesso ogni giorno, facevamo anche altre cose. Spesso parlavamo sul nostro futuro.
    
    “Pensi che staremo insieme a lungo, Davide?” Mi chiese Jotaro.
    
    “Sicuro. Lo so perché lo sento dentro di me!” Gli dissi.
    
    “Figo. Io sento la stessa cosa, ma come dice il nonno la vita non fa quello che noi vogliamo, che si deve godere il momento ed essere felici di essere insieme.”
    
    Io accennai col capo: “Tuo nonno è un uomo saggio.”
    
    “Lo so” Jotaro accennò col capo: “Lui mi dà molti buoni consigli.”
    
    Spinsi il mio zaino nell'angolo della mia stanza, sospirando: “Ragazzi, sono così stanco della scuola.”
    
    “Hai ancora problemi con la matematica?” Chiese Jotaro.
    
    “Sì, ancora. Odio la matematica!” Mi lagnai.
    
    “Beh, non sei l’unico. Comunque io progetto il mio futuro ma non so mai cosa accadrà. Tu sei gran parte dei piani del mio futuro.”
    
    Questo mi prese profondamente. Mi chinai su di lui e lo baciai. Jotaro mi rese il bacio con impazienza. Come mi sentivo bene! Si accoccolò contro di me e continuammo parlare.
    
    “Ti chiedi mai quello che accadrà tra qualche anno?” Chiese Jotaro.
    
    “Continuamente. Ma non sono preoccupato per il futuro. C'è ancora molto da fare per essere pronti per quel futuro. So che tu ci sarai sempre per me.” dissi io.
    
    “Ed io so che tu ci sarai per me, Davide. Perché tu mi ami.” Bisbigliò Jotaro.
    
    “Ehi, hai sentito di quel ragazzo che è stato ...
    ... beccato con la droga l'altro giorno?” chiese Jotaro più tardi.
    
    “Sì. È stato veramente stupido. Si è rovinato la vita da solo. Comunque è stata anche una dannata lezione . Non userò mai droghe!” Dichiarai.
    
    “Bene. Inoltre amarti è la cosa più trasgressiva a cui potrei pensare.” Disse Jotaro. “Io voglio quel sentimento, perché è un buon sentimento. Lo voglio anche per te perché sia un buon sentimento anche per te.”
    
    “Decisamente giusto, amore!” Dissi alzandomi dal pavimento: “Apriamo il frigorifero e vediamo cosa c’è di buono.”
    
    Jotaro mi seguì nella cucina di casa mia. In casa non c’era nessuno, erano tutti al lavoro o a scuola. Avevamo un’ora tutta per noi prima che il mio capriccioso fratellino ritornasse a casa. Jotaro non si era mai sentito tranquillo con Roberto ed io sapevo perché. Lui, il mio fratello adottato, era terribile. Rubava di tutto a noi, mentiva, litigava a scuola e con me, raccontava quando mi masturbavo a letto (Dormivamo insieme in una stanza e di conseguenza avevamo letti a cuccetta. Io stavo di sopra e lui di sotto. Quando mia sorella si sarebbe sposata avrei avuto una stanza tutta mia con serratura. Quindi Jotaro si sentiva poco sicuro ed anch’io), ed era la dannazione dei miei genitori.
    
    Questa era una delle ragioni per cui non avevo mai parlato della mia relazione con Jotaro. La mia altra paura era che i miei genitori mi avrebbero fatto rinchiudere in un ospedale psichiatrico per il resto della mia vita. Avevo paura. Uno di questi giorni ...
«1234...»