1. Devo abbandonarti


    Data: 03/06/2024, Categorie: Lesbo Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... diveniva visuale, poiché si legittimava nella sicurezza, io percepivo un cerchio sempre più grande intorno al sacco in cui giacevamo rinchiuse. Immaginavo gli altri bozzoli all’interno della grotta accoppiarsi con la stessa intensità, con lo stesso piacere totale e distruttivo, percepivo un’altissima densità d’energia levarsi in mezzo alle tenebre accumulate, un calore disumano di cui avevo urgenza per non assiderare, ma da cui cercavo anche di preservarmi.
    
    Avevo scelto di non scegliere, perché dentro di me ambivo con brama disperata, in quanto non potevo fare a meno di sentire quel richiamo di bestia pompare nel mio sangue, però ne stavo lontana. Una parte di me invidiava Komal, anche se sapevo che la sua vita era breve, poiché era destinata al consumo per il piacere ingordo d’un uomo. Io l’invidiavo, allontanandomi però da quella fine, giacché ognuno sceglieva il proprio destino, Komal aveva accettato il suo molto tempo prima. Mentre Komal tentava invano d’andare oltre il rivestimento del mio corpo, le mie certezze vacillavano, permanevano inquiete, desideravano il peso non morto della liberazione. Io volevo salvarmi dalla deviazione castigatrice del maschio, però ero tentata con un’ascendenza d’occasioni che mi travolgevano disorientandomi. Coperta da capo a piedi avevo drogato il mio corpo con una tuta mimetica che modellava le curve, al presente il mio corpo di donna era vigoroso più di quanto sarebbe stato, le cosce erano possenti, il torace ampio, il seno ...
    ... piatto e inesistente, le braccia e le gambe risaltavano muscolose proprio come quelle d’un uomo. Ero un uomo, una creatura androgina.
    
    Ero effettivamente ciò che avevo deciso di fingermi, una mezza identità senza un sesso reale. Non avevo avuto scelta per evitarmi a ogni costo di essere catturata e usata da ogni insignificante predatore. Molti uomini, forse tutti, me ne ero persuasa, nascondevano un’origine di vergati assassini sempre in cerca di cagna, ribelli e sovversivi di un’anarchia che li avrebbe voluti a capo della specie. Era questa la prospettiva contro di cui lottavo, me lo ripetevo di continuo, nel tempo in cui il calore tra me e Komal si calmava. Komal era ancora nuda stirandosi al mio fianco, io l’abbracciavo cercando di darle più energia che potevo, in maniera tale che resistesse qualche altro giorno. Capivo che il suo corpo era provato, lei alla fine si era addormentata. Il manto benefico che ci aveva avvolto cominciò a diradarsi. La tenevo ancora stretta quando l’alba riportò dappertutto la luce e il caldo, il calore espiato con tanta trepidazione. La temperatura ricominciò a salire e il gelo scomparve con l’oscurità.
    
    Io sapevo che dovevo lasciarla andare, lo sapevo e questo mi costava addolorandomi e amareggiandomi. Gli uomini indifferentemente stavano uscendo dalle loro postazioni, ripiegavano i loro sacchi, io non potevo più indugiare o mi sarei tradita. Tutte quelle femmine scampate vennero in seguito collocate, disposte e sistemate per il successivo ...