Le fantasie dello zio
Data: 26/05/2024,
Categorie:
Hardcore,
Autore: Laura151079, Fonte: xHamster
... contatto così ravvicinato. Lo zio, dopo un paio di strofinamenti, aveva scoperto il suo pisellone abbassandosi il costume, in effetti guardandolo e sentirlo così da vicino era veramente una cosa enorme.
Non mi ero tolta il copricostume, lo utilizzavo per coprire il pisello dello zio, mi faceva in qualche modo stare meglio.
Era stato lui a togliermelo, alzandolo e scoprendomi il seno, visto che non indossavo la parte superiore del costume.
Mi accarezzava i capezzoli, i miei interruttori li chiamavo io, mi stringeva il seno che spariva dentro quelle mani giganti ma molto delicate.
Sentivo le sue mani per la prima volta su di me. C'era da impazzire mentre io continuavo a strusciarmi la fighetta sul suo pisellone.
Sentivo le mani dello zio scendere sui miei fianchi per slacciare i laccetti laterali del mio costume. Indossavo ancora, per modo di dire, il costume che con laccetti laterali slacciati era praticamente come non averlo. La fighetta era ben in vista. Il contrasto dell'abbronzatura ne risaltava maggiormente la sua veduta, solo il lembo inferiore del costume divideva il contatto diretto delle sue labbra con il pisellone dello zio.
Era stato lo zio a togliere quel lembo di stoffa, ultima difesa della fighetta, facendomi alzare leggermente.
Continuavo a strusciarmi sul pisellone dello zio in tutta la sua lunghezza. Le labbra della mia fighetta lo avvolgevano sentendo tutte le sue nervature.
Avevamo continuato così per qualche minuto senza però ...
... raggiungere l'orgasmo.
Mi ero lasciata andare oltre i miei parametri. Non riuscivo a resistere allo zio.
Avevo però avuto un attimo di ragione, quanto era bastato a staccarmi ed allontanarmi.
Mi ero messa sdraiata sul letto a pancia in giù voltando le spalle allo zio.
I miei pensieri volavano alti. "Laura, cosa stai facendo?", mi chiedevo.
Ero confusa ma desideravo lo zio. La trasgressione che c'era in me mi spingeva a lasciarmi andare ma la razionalità e la consapevolezza che stavo sbagliando mi frenava.
Lo zio invece non si era fermato, si era messo a cavalcioni dietro di me e stavolta era lui a strisciarsi con il pisellone cercando di entrare tra le mie gambe.
Non mi sentivo sicura in quella posizione e mi ero voltata a pancia in su sempre restando tra le gambe dello zio.
Lo guardavo mentre con la cappella del pisellone si strusciava sulla fighetta.
Le mie resistenze erano al limite e sempre più fievole.
Ero al limite, le mie gambe non erano più così tese. Si erano leggermente divaricate, quanto bastava alla cappella di strusciarsi contro le labbra di una fighetta strabagnata.
Eravamo rimasti in silenzio fino a quel momento. Era stato lo zio ad interromperlo dicendo:
"Lo senti il pennello come imbianca" mentre lo strusciava tra le mie gambe.
"Ecco dai, inzuppiamolo un pochino" diceva, mentre con la cappella si appoggiava al buchetto.
Non entrava, lo appoggiava solo e continuava il suo movimento strusciamento. Ma ogni volta che cercava di ...