Vacanze romane - prima parte: con giulio cuckold e alessandra esibizionista
Data: 24/05/2024,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Shoganai65, Fonte: Annunci69
... se non ci fossi” disse Giulio dirigendosi verso un’antica poltrona sacrestia, foderata di velluto porpora, collocata in un angolo da cui aveva un’ottima visuale su tutto il lettone.
Con la benedizione del marito, Alessandra iniziò a strusciarsi su di me, a baciarmi il collo, il petto. Io feci altrettanto cercando di concentrarmi sulle sensazioni forti che provavo nell’abbracciare quel corpo fantastico, nel baciare quei seni sodi, quei capezzoli turgidi. Ben presto la temperatura dei nostri corpi cominciò a salire: le sfilai il vestito e lei fece altrettanto con la mia camicia. Mi sbottonò i pantaloni e finalmente liberò il mio uccello dalla gabbia delle mutande. Si inginocchiò per assaggiarne la consistenza ed iniziò a succhiarmelo.
Vedevo la nostra immagine riflessa in quel gioco di specchi mentre Giulio con i pantaloni abbassati e l’uccello in mano, guardava la moglie col mio cazzo in bocca. Aveva un’espressione sorridente e partecipe, godeva del piacere di Alessandra. Io d’altra parte cercavo di seguire le loro indicazioni non verbali dando il meglio di me stesso.
“Mmmmmmhhhh… che bel cazzone… buono, duro… lo voglio tutto…” mugolava continuando a ciucciare di gusto e a leccarmi le palle gonfie. “Che ne dici di sbattermi, di farmelo sentire nella figa? Ti andrebbe?” mi chiese in maniera retorica sapendo già la mia risposta.
Mi spinse sul lettone e si piantò con la figa sul mio viso.
“Prima leccamela tutta, stimolami il clitoride con la lingua” mi ...
... ordinò.
Lo feci volentieri, applicandomi con passione e generosità mentre lei torcendo il busto continuava a segarmi l’uccello con la mano destra.
Era tutta bagnata. Sentivo i suoi umori colarmi sulla bocca. Con le mani le stringevo i capezzoli, glieli pizzicavo provocandole un sottile dolore che la eccitava.
“Siii porco, leccami ancora, ho tanta voglia….”.
Con la coda dell’occhio riuscivo a sbirciare Giulio che seduto nell’angolo non si perdeva una battuta, col cazzo bello teso in mano e la mano che andava su e giù.
“Adesso ficcamelo dentro, lo voglio sentire tutto!” mi implorò cambiando posizione e mettendosi sotto di me a gambe spalancate.
La figa era completamente bagnata ed aperta. Guardai soddisfatto il mio uccello pronto ad infilzarla. La cappella era gonfia e viola. Il sangue era affluito alle vene che correvano lungo l’asta che strinsi con la mano e indirizzai verso quello splendido buco circondato dalle grandi labbra. Infilai solo la punta e diedi qualche piccolo colpetto per saggiarne l’elasticità. Sembrò gradire. Man mano lo infilai in tutta la sua lunghezza tenendola per i fianchi e trascinandola verso di me.
“Mi piace il tuo cazzo… voglio che mi sbatti, forte, forteeee…” urlò eccitata spingendomi ad aumentare l’intensità e la profondità dei miei movimenti.
Mi sollevai piantandomi sui talloni, le allargai ancor più le cosce, e iniziai a sbatterla dall’alto in basso, aiutandomi con le controspinte e il rinculo del materasso. Così lo sentiva bene in ...