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Un compito impegnativo -parte1-
Data: 22/05/2024, Categorie: Anale Prime Esperienze Maturo Autore: camajamal, Fonte: xHamster
... dai boxer, lasciandomi con il pisello che puntava deciso verso di lei e in pratica senza parole. “Puttana Eva! – pensai – Questa troia me lo vuole prendere in bocca; oggi ho vinto la lotteria!” Prese la base del mio uccello, strofinò un poco le palle tra le dita, quasi per saggiarlo, e portò le labbra a contatto con la mia cappella, al che lo ingoiò letteralmente fino alla radice. Rimase con l’uccello per alcuni secondi, fino a che non rimase senza fiato; sentivo la sua lingua roteare sul cazzo con movimento alternato e, come un vulcano in eruzione, sentivo la mia cappella prendere fuoco. Si ritrasse indietro facendo un colpo di tosse e ritornò in posizione, senza togliere la bocca dal cazzo. Incominciò un “tira e molla”, un movimento avanti e indietro con lei che se lo infilava fino a farsi sfiorare le tonsille, insalivando e lubrificando con movimento costante la mia asta. Mi sembrava di scoppiare da un momento all’altro quanto lei riusciva a spingerlo fino allo stomaco. “Gola Profonda le fa una sega!” – pensai – in quegli attimi credetemi indescrivibili. Dopo un tempo interminabile per me, sentii nuovamente la sua voce provata, come di una donna che ha fatto le scale di corsa: “.mmmhhhh, davvero notevole ragazzo mio, hai un bell’arnese in mezzo ...
... alle gambe; fammi provare in un altro modo questo maritozzo!”. Si dispose con le gambe incrociate a mo’ di tecnica yoga in mezzo alle mie gambe divaricate; essendo piccolina, poco più di 1,50cm, entrava perfettamente sotto così agguantò il cazzo, lo tirò verso il basso con le palle che mi toccavano sul “corpo” del mio uccello e la cappella rivolta verso terra dicendomi che questa volta toccava a me muovermi dal basso verso l’alto in modo da farglielo arrivare fino a dentro l’esofago. Spingevo più forte che potevo e ogni colpo sentivo lei che gemeva e si soffocava, si dimenava come un serpente, facendomi eccitare sopra ogni limite. Le afferrai la testa con le mani togliendole il turbante e scoprendole i suoi capelli umidi, strinsi i pugni sulle sue ciocche e iniziai a spingere il cazzo con maggior vigore e velocità. Dalla bocca le colava la saliva densa che si toglieva con le mani creando dei lunghi sfilacci e inumidendosi la passera per massaggiarla meglio. Dopo un altro lasso di tempo interminabile, la tirai in piedi per i capelli e la buttai sul divano del salone antistante la cucina. Lei non disdegnò i miei modi rudi, anzi mi disse che la facevano eccitare di più, e quello era solo l’inizio pensai tra me e me con un ghigno quasi satanico. FINE PRIMA PARTE