Onda di calore, True Love (L. M.)
Data: 12/05/2024,
Categorie:
Sentimentali
Autore: Capitan_America, Fonte: EroticiRacconti
... sei andata neanche vicino, è qualcos'altro"
Natasha e le Vondervotteimittis sono rimaste intorno al tavolo operatorio su cui avevano appoggiato il reperto recuperato durante la perlustrazione chiesta da C. A. facendo congetture per ore. Alla fine l'infermiera con i tatuaggi ha terminato le sue analisi al microscopio, si è abbassata gli occhiali agganciati con una catenella al collo e ci ha osservate a lungo prima di parlare. Ha detto due semplici parole: "Heart", "Human". C. A. stava fumando vicino ad una finestra, ha cominciato a grattarsi nervosamente il petto sotto la maglietta.
Le visite notturne di L. M. si sono interrotte per un paio di settimane, poi sono ricominciate. Una delle tante notti passate insonni sono uscita per scattare delle foto. Ho infilato gli stivaletti con le zeppe e ho cominciato a camminare verso il centro. Dopo quasi un'ora ho raggiunto un punto molto frequentato della città. Anche se in piena notte le strade erano affollate intorno ai bar e agli altri locali ancora aperti. L'ho vista in mezzo alla folla, camminava sola, quando si è accorta di essere seguita si è fermata a osservarmi, poi ha ripreso a camminare. Davanti all'ingresso di un Hotel si è voltata ancora. Ha aspettato qualche secondo per essere sicura che fossi dietro di lei ed è entrata. L'albergo era sudicio e trasandato. La tizia della reception fumava dietro il bancone indifferente. Quando le sono passata davanti per seguire L. M. non mi ha degnata di uno sguardo. Ho raggiunto ...
... rapidamente la porta della camera in cui credevo si fosse nascosta. Mancavano due numeri, al loro posto erano rimasti i fori nel legno, l'ultimo rimasto era girato di traverso 6. Sono entrata piano, all'interno era completamente buio, nella penombra sono comunque riuscita a distinguere L. M. si era spogliata completamente, intorno al collo aveva un guinzaglio con una lunga catena di acciao, la pelle bianchissima emetteva una specie di bagliore azzurro, aveva tenuto soltanto gli occhiali scuri e gli stivali neri. Continuava ad accarezzarsi il corpo sorridendo in maniera molto provocante. Mi sono avvicinata di qualche passo, ma non ho potuto raggiungerla. Lo spazio all'interno della stanza era sbarrato da un reticolo di catene di acciaio, si perdevano nel buio come se fossero state agganciate in un'altra dimensione. I fari di un'auto contro la finestra le hanno fatte brillare per un istante, illuminando anche il corpo di L. M. Non sapevo ancora se credere a quello che avevo visto o pensare ad un incubo ad occhi aperti. Gli stivali non mi sembravano più di pelle, ero sicura che si trattasse di una peluria nera, inumana e raccapricciante. Vedevo sei gambe attaccate al suo bacino, le mani appoggiate al pavimento. Quando mi sono accorta del lungo machete attaccato alla catena del suo guinzaglio è scoppiata a ridere. Sul ventre aveva un grosso tatuaggio, una Vedova Nera che le copriva quasi tutto l'addome. Subito dopo sono svenuta.
Nel pomeriggio sono arrivato al mare. Non avevo ...