1. Onda di calore, True Love (L. M.)


    Data: 12/05/2024, Categorie: Sentimentali Autore: Capitan_America, Fonte: EroticiRacconti

    ... testa all'indietro fino ad appoggiarla contro la spalla di C. A.
    
    "Il tuo fidanzato dov'è? E' nell'altra stanza?"
    
    "Quel finocchio? Non avrebbe mai il coraggio di fare una cosa come questa. Anzi sai che ti dico? Quasi quasi mi sposo questo babbuino qui e a lui lo mando a fareinculo"
    
    "Non fare la scema, possiamo continuare a chiavare anche dopo che ti sei sposata, non è certo la fine del mondo".
    
    Qualcuno ha bussato alla porta tre volte, ero sicura si trattasse del segnale per il loro turno, C. A. però era troppo preso dalla fica nel pieno dell'orgasmo della ragazza e non ha fatto caso ai primi due colpi.
    
    "Nha! Lascia stare, quando tocca a noi battono tre volte, deve essere qualche rompicoglioni, uno di quei cazzi mosci che finisce qui per caso".
    
    Dopo un quarto d'ora scarso Jenny ha spalancato la porta e si è messa sbraitare verso C. A.
    
    "Razza di rincoglionito! E' un quarto d'ora che vi aspettiamo, si può sapere quanto ci vuole? A quella poveretta le sta prendendo fuoco il culo!"
    
    "Ma che cazzo! Avevi detto che avresti bussato tre volte!"
    
    "E io tre volte ho bussato, brutto stronzo! Muoviti!"
    
    "Ah! Ma che cazzo! Arrivo, arrivo, non ti scaldare".
    
    La tizia vestita da sposa doveva essere riuscita a venire, si è lasciata andare addosso a C. A. con gli occhi chiusi, gli stava affondando le unghie nel braccio. Poi si è alzata e ha preso una scatolina di metallo dal tavolino. Si è sparata due righe di coca e lo ha preso per mano.
    
    "Vieni piccolino, ...
    ... vediamo se quelli di là riescono a farmi bere qualcosa di caldo".
    
    Quando sono spariti nell'altra stanza mi sono sdraita sul divano per dormire. Ho subito sognato. I soliti collant neri, gli stivaletti con le zeppe e l'impermeabile. Sono entrata in una stanza vuota. Sul pavimento avevano lasciato un vecchio televisore con il tubo catodico. L'immagine è andata a fuoco appena mi sono avvicinata. Niente colori soltanto una tonalità azzurra sbiadita. L. M. mi fissava in primo piano con un sorriso malizioso. Capelli neri lucenti, occhiali neri e rossetto scuro. Soltanto il suo primo piano seduta di fronte a me su una poltrona di pelle. Una giacca nera di velluto con le spalline, gambe accavallate avvolte nei collant. Era molto seducente, sembrava appena uscita da un videoclip anni '80. Il suo sorriso si è allargato leggermente, poi ha detto: "Quando mi tocca sento la carne bruciare"
    
    "Parli di C. A.?"
    
    "Vorrei passare il resto della vita a farmi chiavare da lui. Ti è mai capitato di sentirti mancare il fiato, sentire il diaframma accavallarsi sopra lo stomaco, sentire i tuoi pensieri andare in frantumi uno dopo l'altro?".
    
    La sua voce è scomparsa dietro le sirene spiegate di un'ambulanza. Subito dopo mi sono svegliata. Ormai era quasi l'alba, sono scesa a cercare il primo bar aperto. Un caldo insopportabile. Sono andata dritta al bancone.
    
    "Latte e menta".
    
    Gli avevo lasciato un biglietto nel giubbotto abbandonato sul divano. Avevo voglia di vederlo. Ho guardato il telefono ...
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