LE CONFESSIONI DI THEA – 3 Mattina dopo gli esami
Data: 10/05/2024,
Categorie:
Etero
Sesso di Gruppo
Autore: Vecchiobambino, Fonte: RaccontiMilu
... acque del fiume, faceva già caldo. Il bar era semivuoto. Non più di tre o quattro tavoli erano occupati. Una coppia di anziane signore con cagnolino al seguito, tre vecchietti in atteggiamento di perenne attesa, due sembravano operai della Sip e, là in fondo, un uomo solo. Cinzia me lo indicò. Avrà avuto poco più di una quarantina di anni, elegante, con abito grigio e cravatta, occhiali da sole. Beveva una minerale, doveva aver finito un caffè. Parlava al telefono. Ci sbirciava non insistentemente, ma con una certa assiduità. Si capiva che era attratto da noi.
—— Chissà se guarda te o guarda me? —— disse Cinzia.
—— Tutte e due, credo ——.
—— Così non vale, deve decidersi ——. Fece il suo tipico sorriso birichino. —— Adesso sta a vedere —— .
Si alzò. Fece un passo, poi si voltò.
—— Ah, vince chi glielo tocca per prima ——.
—— Cosa? ——.
—— Non fare la santerellina ——.
Entrò nel bar, come se andasse alla toilette. L’uomo la seguì per un istante con lo sguardo, poi mi fissò. Poi si rimise a consultare un taccuino. Poi mi sbirciò di nuovo. Poi parlò al telefono. Sembrava indaffarato, ma i suoi occhi non cessavano di rivolgersi nella mia direzione. Ed ecco Cinzia ricomparire. Con indifferenza si diresse a un altro tavolo libero. Si sedette e accavallò le gambe. Ora, i tavoli occupati da lei, dallo sconosciuto e da me, formavano un triangolo sul grande spiazzo davanti al bar. L’uomo non poteva più inquadrarci entrambe con un’unica occhiata. Infatti cambiò ...
... leggermente la posizione della sedia e si accomodò la cravatta. Sembrava perplesso, sicuramente un po’ spiazzato dalla nuova situazione. Guardò Cinzia, guardò me. Stava riflettendo. Le rotelline nel suo cervello lavoravano alacremente. Non capiva. Un occhiata là, un occhiata qua, democraticamente. Cominciavo a divertirmi. Cinzia mi fece un segno, mimando il gesto di far risaltare le tette, invitandomi a darmi un tono. Accavallai le gambe anche io, mostrando qualche decimetro quadrato di epidermide in più. Ora lui era incerto, si sentiva trasformato in preda. Guardò e abbozzò un sorriso. Poi si rivolse a Cinzia, che si tolse gli occhiali scuri e, con perfetta disinvoltura, si accomodò meglio sulla sedia, divaricò leggermente le gambe, sfiorando, quasi inavvertitamente, una coscia con la mano, poi le accavallò di nuovo. Allora l’uomo si decise. Raccolse con calma le sue cose, si alzò e si avvicinò al tavolo di Cinzia. Lei riuscì a farmi segno, non vista, di vittoria.Dopo un breve preambolo, l’uomo si accomodò. Era rivolto verso il fiume e dava le spalle ai pochi clienti. Tra loro e me, tre tavoli vuoti. Cinzia si spostò e gli si mise accanto, coprendolo parzialmente alla mia vista. A un certo punto, entrambi si rivolsero nella mia direzione scoppiando a ridere. Lei sembrava perfettamente a suo agio, gli disse qualcosa all’orecchio. Cinzia, che ora mi dava le spalle, lo avvolgeva come un pitone nelle sue spirali, quando ad un certo punto si scostò un pò. Lo fece per farmi vedere che ...