Il primo amore
Data: 08/05/2024,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Noara, Fonte: Annunci69
"Sai a cosa pensavo? A quando abbiamo scopato a casa dei tuoi nonni con i tuoi zii nella stanza. ".
"Fra, ma questo come ti è venuto in mente ora? Sono passati più di vent'anni!".
"Ma ti ricordi quando mi hai fatto un pompino sull'autobus pieno di gente al ritorno dal viaggio a Roma? Che porca! All'andata, invece non c'era nessuno e abbiamo scopato nei posti in fondo all'autobus." E aggiunse delle faccine sorridenti.
E come dimenticarlo? Insieme ne avevamo fatte di cose assurde ma avevamo diciotto anni ed eravamo curiosi di sperimentare la nostra sessualità ed ogni posto era quello giusto per fare sesso. A diciotto anni si sa, gli ormoni sono in subbuglio e non si dà molto credito alle conseguenze.
Ci eravamo amati di un amore puro, quell'amore dolce che solo a quell'età si prova. Finito dopo un anno ma che ci ha fatto rimanere legati per più di venti anni ormai.
"Credo tu abbia bevuto. Ci sentiamo domani". Scrissi io.
Ormai mi ero abituata ai suoi messaggi o alle chiamate durante la notte quando beveva ed anche il mio compagno non ci faceva più caso.
Eravamo amici.
La mattina successiva mi scrisse di nuovo: " Dovremo scopare di nuovo io e te. Giusto per capire se ci piace ancora".
All'inizio stetti al gioco, e come tale lo presi, fino a quando un giorno decisi che era ora di rivederlo per un caffè e non solo tramite videochiamata.
Lo aspettai davanti casa della madre.
Scese.
Rimasi senza fiato.
Bellissimo come vent'anni fa, il tempo si ...
... era fermato; aveva sempre quell'aria da bello e dannato e i suoi quarant'anni non si notavano in volto e sul corpo.
Ci salutammo con i soliti convenevoli e poi salimmo in macchina per andarci a prendere un caffè.
Prendemmo il caffè senza sederci e finito mi disse che proprio all'angolo dell' edificio aveva preso un locale in cui avrebbe voluto realizzare un centro culturale e me lo avrebbe voluto fare vedere.
L'ho seguito tranquillamente solo chiedendomi come gli era venuto in mente di prenderlo proprio in quella zona, il quartiere più degradato della città.
Passò un interminabile tempo a cercare la chiave, forse solo due minuti ma per me me fu interminabile.
Aprì la porta.
I miei occhi ci misero un po' ad abituarsi al buio dell'ambiente. Non c'era nulla. Solo un grande divano.
Mi fece entrare e mi mostrò dove era il bagno. "Potrebbe servirti" aggiunse.
Lo guardai con tutta la mia ingenuità, percepivo qualcosa di strano ma non riuscivo a capire.
Aveva cambiato atteggiamento, era strano, autorevole ed anche lo sguardo era diverso.
"Ti avverto, non sono più la persona che tu hai conosciuto" disse.
Stavo per rispondere ma con toni autoritario mi disse di fargli un pompino.
Gli sbottai a ridere in faccia e gli dissi di no.
Non era tanto per il pompino in se perché sinceramente avevo voglia anche io ma era il pensiero che forse non avrei retto il confronto con tutte le donne che aveva avuto, un giorno le avevamo contate, centocinquanta donne ...