La prima volta con il maschio (1)
Data: 07/05/2024,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Mouselet, Fonte: Annunci69
... strinse al suo petto: potevo lasciarmi andare. Mentre continuavamo a pomiciare, con le mani percorsi le sue braccia possenti e sentii tutta la sua forza virile: i muscoli erano contratti in una morsa d’acciaio e per quanto stringessi la presa, non riuscivo a tenerla per più di qualche secondo. A un tratto mi crebbe dentro una brama furente di spalmarmi sul suo corpo: scavalcai il cambio e mi sedetti a cavalcioni sopra di lui, tutto questo mentre le nostre lingue continuavano a congiungersi. Quando mi appoggiai sul suo grembo, sentii l’uomo, il maschio che avevo sotto di me: il suo cazzo era di marmo e premeva gigantesco contro la lampo per uscire. La cappella spingeva contro il mio inguine, al che mossi il mio culetto avanti e indietro per esplorare tutta la superficie di quel magnifico cilindro che di lì a poco mi avrebbe profanato.
In quella posizione potei percepire tutta la sua possanza. I pettorali erano duri come la roccia e cominciai a strusciarci addosso il mio torace: volevo che mi entrassero dentro, che Roberto mi scopasse anche con quelli, tanto erano incombenti. Lui capì presto che mi attizzavano molto, per cui a un tratto mi prese la testa tra le mani e delicatamente me la fece appoggiare sul suo petto: a quel punto perse ogni delicatezza e cominciò a spingermi le guance contro quella massa di muscoli, lasciandosi sfuggire profondi rantoli di godimento (nel frattempo io gemevo come una verginella). Preso da questa smania di essere adorato in ogni centimetro, ...
... mi fece spostare la testa sul suo bicipite sinistro, lasciato nudo dalla maglietta a maniche corte: io cominciai a leccare come una cagna. Strusciavo il naso su tutta la superficie tesa e guizzante della sua protuberanza muscolosa: quel corpo duro mi dava un senso di virilità sovrumana, a tal punto che cominciai a sentir svanire la mia poca mascolinità e mi lasciai andare a una metamorfosi interna, che mi stava facendo sentire sempre più passivo, sempre più femmina. La metamorfosi si completò quando Roberto, arrotolati i pochi centimetri della manica corta fin sopra il deltoide, scoprì l’incavo peloso della sua ascella da gigante e mi ci spinse la faccia contro.
Fu il Paradiso. L’afrore di maschio alfa mi penetrò le narici e la bocca. Le gocce del suo sudore mi bagnarono il naso e le labbra. Ero sua, finalmente sua. Da allora tutto il mio essere si slanciò verso di lui: il mio unico scopo diventò ricevere quel maschio dentro di me. Il contatto con la sua ascella, con i suoi peli, con il suo odore, mi fece eccitare a tal punto che non stavo più in me: mi prese un fremito interno che mi proiettò nella mente l’immagine dei nostri corpi perfettamente combacianti, perfettamente simmetrici. Il mio buchetto, anzi la mia figa, si schiuse e cominciò a pretendere di essere riempita, tanta era la voglia di pienezza che la tormentava. Mentre si compiva in me questo miracolo, lui continuava a far strusciare la mia faccia contro la sua ascella, su e giù, finché io non schiusi la bocca e, ...