1. Asparagina di primavera / 1


    Data: 03/05/2024, Categorie: Etero Autore: King David, Fonte: EroticiRacconti

    ... e mezzo, da quando ho visto te. E avevo voglia di rivederti, e avevo voglia di trattarti bene. Mi dice. Ovviamente non ho cucinato nulla di quello che vedi. Ho preso tutto al supermarchè.
    
    Mi siedo. Quanto mi ha detto mi ha quasi commosso. Mi sento in dovere di chiederle come sta.
    
    “Sto così così” mi fa. Le faccio cenno di andare avanti. “Mi sento un po’ sola. Ho avuto il COVID. Ho paura della guerra”. Le si gonfiano gli occhi di pioggia.
    
    “Ho paura di diventare vecchia, in solitudine. E ho paura di non riuscire nemmeno a diventare vecchia, per quello che succede nel mondo. Mia sorella ha tre figli. Non so se ama suo marito, ma non è sola ed è felice. Io invece maledico la mia coerenza, che mi fa restare sola, e mi fa fare tante cose incoerenti”.
    
    Mi mancavano le donne. Dopo cinque mesi a Dubai sentivo il bisogno di una donna europea. L’Europa è donna. È cervello e donna. È mamma che ha paura di restare sola, e di invecchiare.
    
    Ho fame. Mangiamoci e beviamoci sopra. È Pasqua. Perdoniamoci e resuscitiamo. Capisco che oggi non posso essere che un oggetto nelle sue mani, per lenire il suo dolore. Ma questo era il patto, d’altronde. Era la promessa con cui mi aveva lasciato quella domenica pomeriggio piovosa di autunno. Glielo dico.
    
    Lei ride. Poi si soffia il naso con un lembo della tovaglia. È pur sempre una donna francese.
    
    L’aperitivo è a base di Jamon serrano e olive. Poi è il momento ...
    ... della torta pasqualina.
    
    “È ora il piatto forte” mi fa. Va in cucina. Spadella per qualche minuto. Torna con una casseruola di asparagi ricoperti di uova all’occhio di bue, e del pane nero.
    
    Mi dice di grattarci sopra del pepe. Di. Metterci un po’ di aceto balsamico.
    
    “Mi ricordano mia nonna” le dico. “Anche la mia” mi fa. Intingo il pane nero nell’uovo e nel sugo di asparagi, e poi lo intingo nella mia bocca. Bevo un bicchiere di champagne. La guardo negli occhi malinconici. Tutto ha il sapore di un’Europa ferita e piangente. Nel giorno in cui tutto invece dovrebbe risorgere.
    
    Mi alzo, mi avvicino a lei. Mi chino e la bacio in bocca, e lei sorpresa ma come se non aspettasse altro, si lascia andare. Poi si alza, sulle punte degli zoccoli, si appoggia a me, apre le gambe un poco per sentire meglio il mio desiderio ormai turgido, e prende la mia mano e se la porta sul sedere, invitandomi ad esplorare quel culo sodo come un uovo che si nasconde dietro l’abitino a fiori e sotto i collant fuori moda. La sua lingua si infila nella mia bocca, mi lascia i suoi umori, mi passa il suo dolore e la sua voglia di dimenticare tutto tramite i nostri corpi.
    
    “Questo era solo l’aperitivo” mi fa. “ora assaggerai tutti i sapori che ho coltivato e sognato per te in questi cinque mesi, e io assaggerò i tuoi”.
    
    Mi prende per mano, e mi trascina verso la camera. Comincerà una Pasqua indimenticabile.
    
    [continua ...] 
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