1. Sinfonia d'autunno


    Data: 02/05/2024, Categorie: Sentimentali Autore: Yuko, Fonte: EroticiRacconti

    ... pareti antiche.
    
    Uno scoiattolo corre attraverso il prato.
    
    Il vento gioca tra le fronde facendone sublimare un dolce e monotono fruscio che mi avvolge e a cui mi abbandono. Il rumore di un aereo contende la scena a Eolo, ma questo, pazientemente lascia fare, nascondendosi solo per poco tra le rocce e riprendendo poi la situazione nelle sue mani.
    
    A volte la rispettosa presenza eterea si china su di me vitalizzandomi i capelli sul volto, come a darmi un buffetto amichevole, una ossequiosa carezza.
    
    Pini immobili come steli funebri vengono di colpo rianimati da una focosa e dispettosa vivacità.
    
    Le fronde si contorcono come per sfuggire a delicate torture di solletico.
    
    Sentori di pino serpeggiano tra le cime che ondeggiano incontro al cielo azzurro, come tentacoli di molluschi agonizzanti.
    
    Chiudo gli occhi e ascolto il vento, ora lontano, tra le cime delle conifere, e ora vicino tra i miei capelli. Ascolto la sua canzone per scorgervi la tua voce e mi lascio sedurre dalle tue metafore; resto a naufragare nel flusso impalpabile, vezzeggiata dalla tua premurosa dolcezza.
    
    Un cane abbaia in lontananza, ma trova presto quiete.
    
    Quando riapro gli occhi il mio sguardo spazia lontano.
    
    Velature azzurre sulle torri del Latemar racchiudono in freddi sigilli le ombre che preludono ai freddi invernali.
    
    Una patina di fredda foschia mi riporta alla mente il quadro di Monet che ...
    ... raffigura Vétheuil nella nebbia, poco più palpabile di un sogno.
    
    La neve sonnecchia sulle cenge senza badare all'ombra che voracemente conquista fessure e camini.
    
    Maestosa indifferenza alle vicende umane, grandiosa imperturbabilità degli alti picchi.
    
    I ghiaioni attendono rassegnati l'abito invernale.
    
    Coraggiosi fumi lasciano i camini spandendo intorno vapori di resine combuste.
    
    Una mosca si posa sul mio ginocchio.
    
    L'insetto si liscia le zampette, si lucida le ali.
    
    La contemplo estasiata, assetata di ogni forma di vita ancora attiva, anche la più precaria.
    
    Desiderio di processi biologici, di trattenere e venerare ogni forma di quella vita che ora sento scivolarmi tra le dita, come sabbia di una inesorabile clessidra.
    
    Una lenta transumanza di cirrostrati lentamente vela il cielo e imbavaglia il sole.
    
    Il caldo tepore lascia il posto alla fresca brezza montiva.
    
    Il vento mi ricopre di aghi di larici e in qualche modo ti sento più vicina.
    
    Mi rimetto cappellino di lana e guanti e lentamente scendo lungo il prato sfiorando il confine del bosco.
    
    “Eppure il vento soffia ancora
    
    Spruzza l'acqua alle navi sulla prora
    
    E sussurra canzoni tra le foglie
    
    Bacia i fiori, li bacia e non li coglie.
    
    Eppure sfiora le campagne
    
    Accarezza sui fianchi le montagne
    
    E scompiglia le donne fra i capelli
    
    Corre a gara in volo con gli uccelli.
    
    Eppure il vento soffia ancora!” 
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