Sinfonia d'autunno
Data: 02/05/2024,
Categorie:
Sentimentali
Autore: Yuko, Fonte: EroticiRacconti
Sfido il freddo e, ricoperta da pesanti indumenti, mi inoltro nel bosco rado.
Ma presto lascio il sentiero su cui si affrettano energici camminatori.
Cerco la pace di un prato inondato di sole, lontana dai sentieri e dalla gente, che mi conceda la vista sui monti e un ampio sguardo sulla selva rada. I larici stanno cambiando coloro e resterò a spiarli, immobile come una roccia.
Contemplo intorno a me un anfiteatro di conifere.
Una distesa verde bottiglia su cui contrastano vistosamente numerosi fiocchi giallo oro.
Qualche cembro si infila discreto, ma la maggior parte delle piante è costituita da abeti e larici.
Controluce la penombra è picchiettata di piccoli oggetti luminosi che il vento semina come prematuri fiocchi di neve.
Mi sdraio sul prato, il sole mi scalda e tolgo guanti e cappellino.
Lo sguardo vaga contemplando gli spazi aperti e senza mai posarsi su un singolo particolare, ma cercando prima di abbracciare l'insieme, per concedermi, solo dopo, di sostare sui singoli elementi.
Le fronde piene degli abeti offrono riposo allo sguardo: rami verdi, gonfi e carnosi, velluti morbidi verde smeraldo. Le ombre scure ne esaltano le riminiscenze del colore di dioptasio.
I larici si spogliano delle livree autunnali, con decoro e dignità. Fiamme tenui di labili fuochi fatui colore oro invecchiato. Campi di orzo maturo che si lasciano cullare dal vento.
Le due piante si mescolano, come seminate da un pittore sapiente, e i colori autunnali ...
... esplodono in contrasti provocanti.
Mi soffermo a scrutare questi alberi che, dopo aver verdeggiato insieme nell'estate montana, ora si dividono in percorsi cromatici divergenti.
Rami di abete, regolari e concavi verso l'alto, come le gronde ricurve dei templi buddisti giapponesi, cesellate e arricchite con appendici di draghi, ripetute in piani successivi.
Rami di larici mestamente si piegano irregolarmente verso il basso, come a voler incontrare il terreno stanco e unirsi ad esso.
Abeti ostentatamente ricchi di aghi contrastano con i larici che se ne stanno spogliando, trasformandosi in scheletri ricoperti da cortecce erose e rugose.
Scarni tronchi si presentano come radiografie di toraci consumati dalla tisi.
I legni scuri che si innalzano come colonne vertebrali fino a sfidare il cielo, sostengono fragili coste rachitiche.
Tra le ipodiafanie delle fronde stanche, rilucono i raggi di sole, accendendo di giallo cadmio le labili sfumature degli aghi cadenti.
Un abete abbraccia un larice come a volerlo sostenere nella ciclica caducità autunnale. Rami verdi e forti si insinuano tra i festoni gialli di fronde che a capo chino si consegnano alla stagione fredda.
Gli aghi dei larici.
Il vento pascola residui di piume dai colori caldi.
Preludio tiepido di nevicate che livelleranno le insenature dei prati.
Piogge delicate di virgole dorate mi ricoprono e mi preparo a divenire elemento permanente di questo prato, tra questi tronchi, al capezzale di queste ...