Esame di maturità - 7° episodio - Racconti Erotici

Esame di maturità - 7° episodio

Esame di maturità – 7° episodio

“I ask nothing of you

not even your gratitude

And if you think I’m corny

then nit will not make me sorry

it’s your right to laugh at me and in turn, that’s my opportunity

to feel brave Because ridicule is no shame

it’s just a way to eclipse hate

it’s just a way to put my back straight

it’s just a way to remain sane”

(The Ark “It takes a fool to remain sane” 2001)

Fu un sabato pomeriggio frenetico, passato a sfogliare programmi, manuali e testi più svariati per trovare argomenti adatti alle tesine di quelle tre canaglie.

Non era una scelta facile perché poi, per come si erano messe le cose, avrei dovuto essere sempre io a scriverle in 10 giorni scarsi!

Tuttavia, alla fine ero davvero soddisfatto di me, avevo infatti individuato tre possibili titoli tracce, molto stimolanti, che avrei proposto ai ragazzi quella sera.

Mi stavo vestendo quando mamma dalla cucina chiese:

“ehi sono le sette e mezza passate, che dici? Ordiniamo una pizza?”

“no mamma, non ho fame e poi alle 8 devo essere dai Baudet!”

“ma come? Mi lasci cenare da sola?”

“gli impegni sono impegni e una volta presi vanno rispettati! me lo hai insegnato tu, ricordi?”

“hai ragione, ma vedi di non farti traviare e di non fare le ore piccole come ieri!”

“tranquilla, mamma: ti voglio bene!” le risposi dandole un bacio sulla guancia mentre uscivo lesto come un lampo.

Al volante del mio pandino mi sentivo euforico …la villa di ...

... Eugène era distante pochi chilometri da casa quindi guidai lentamente, come ho sempre amato fare, canticchiando e osservando il paesaggio: nonostante fosse solo fine maggio il lungolago era già popolato di ciclisti olandesi o forse tedeschi: la stagione prometteva davvero bene!

Alle 20.00, puntualissimo, suonai il campanello.

“buonasera sono qui per le ripetizioni”

“benvenuto professore! conosce la strada ormai, Le apro il passo carraio” rispose sempre impeccabile Max.

Percorsi il viale e parcheggiai nel medesimo posto della sera prima (tendo ad essere scaramantico): il maggiordomo mi attendeva all’ingresso

“l’ho già annunciata al signorino Eugène e ai suoi amici: la aspettano. Fa ancora caldo, vuole bere qualcosa?”

“no grazie Max, semmai più tardi”

Mentre salivo verso la stanza ebbi modo di osservare meglio la villa: era davvero sontuosa, quasi una dimora storica dove tutto, dall’ampia scalinata di marmo alle grandi finestre affacciate sul parco , dava un’impressione di solidità e ricchezza consolidata da più generazioni.

Bussai alla porta accorgendomi di essere anche molto, molto emozionato: la mano infatti tremava un po.

“oh eccolo, il nostro eroe della notte!”

“buonase--ra ...” le parole si bloccano per la sorpresa…

Sono tutti e tre in costume da bagno ..

Eugène è seduto a gambe incrociate in mezzo al letto: la sua schiena è illuminata dai raggi declinanti del sole i cui ultimi bagliori, che giungono dalla finestra aperta, si riflettono sui ...