Effe ed i suoi ammiratori
Data: 20/04/2024,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Etero
Autore: Maxxximissimo, Fonte: RaccontiMilu
Riuscì a guardarsi a malapena nello specchietto retrovisore della macchina, aveva gli occhi arrossati dalle lacrime e dalla sborra. Era una maschera. Cercò un fazzolettino e riuscendosi a togliere gran parte del liquido seminale dagli occhi si rese conto in che condizioni era. Le pizzicavano gli occhi, le duoleva un labbro, le faceva tanto male il culo da non riuscire a sedersi ed aveva le ginocchia insanguinate. Questo fù l’epilogo di una giornata che Francesca non dimenticherà mai. Era il 03 giugno del 2005, la scuola era praticamene finita, come al solito nelle classi restarono gli alunni che muniti di speranza ma poca volontà cercavano di non perdere l’anno rubandosi le ultime interrogazioni. Nella Quarta A c’erano sei alunni in quella torrida giornata. Era l’ultima ora e la prof. Effe, nome ovviamente camuffato, dopo aver interrogato due dei sei alunni parlava con loro per far capire che non c’era più niente da fare. L’interrogazione era andata male e poi come avrebbero potuto compensare le insufficienze di un anno intero in una sola interrogazione. Non sarebbe stato giusto per gli altri, che si erano impegnati un anno intero e non sarebbe stato giusto per la sua integrità di professoressa. I due, con modi che non erano certo quelli adatti per parlare con una prof, la apostrofavano in malo modo. Gli alunni erano Cristante A. e Dinardo C. già ripetenti. La campanella suonò e Effe riuscendo a malapena a tenerli a bada concludeva anche quest’altra giornata di lavoro. Gli ...
... alunni ad uno ad uno andarono via e prima di uscire i due scansafatiche fingendo pentimento per le parole dette prima, fecero un altro tentativo di convincimento per l’interrogazione. Effe da brava prof. accettò le loro scuse ma irreprensibile com’era ovviamente non cedette sul discorso interrogazione. Sbattendo le mani sul tavolo Cristante la guardò e le disse: ‘Me la pagherete!’ e prima di varcare la porta si girò di nuovo verso di lei, ancora seduta alla cattedra esclamando: ‘Presto’ molto presto!’ e sbattendo la porta alle sue spalle andò via. Leggermente intimorita Effe raccolse le sue cose ed andò via. Come al solito ritornò a casa conducendo la vita di sempre, aveva già dimenticato le parole di quei due ragazzini. Le minacce di due, se pur maggiorenni, giovanotti, per giunta sull’orlo della bocciatura, non le facevano più paura. Nel tardo pomeriggio dovette uscire per fare una commissione, doveva incontrare un’altra collega per discutere di questioni scolastiche, esame di maturità e tutto quello che concerne la scuola. Talmente era amante del suo lavoro e soprattutto lo faceva con passione anche nei momenti non lavorativi si dedicava alla scuola ed ai suoi alunni. Si videro in un bar poco fuori il centro città, dove potevano rilassarsi senza essere disturbate ed in tanto parlare anche del da farsi scolastico. Salutata la collega, venuta a prendere dal marito, si incamminò verso l’auto posta nel parcheggio nel retro del bar. Appena vicino alla vettura notò dei segni di ...