1. 600 frustate


    Data: 15/04/2024, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Honeymark, Fonte: Annunci69

    ... da poco. Ho pianto, mi sono sbronzata, ho preso l’auto a noleggio del mio uomo e sono scappata in giro per la città.
    
    - Alle donne qui è vietato guidare l’auto… – Intervenne la mia collega.
    
    - Già, ma in quel momento non me importava niente. – Continuò. – Poi però ho perso il controllo dell’auto e sono finita dentro una moschea…
    
    - Oddio… Danni?
    
    - Solo materiali e… morali.
    
    - Il suo moroso?
    
    - È rimasto con me fino alla sentenza, poi è scappato a casa. Ma è comprensibile.
    
    - Comprensibile un cazzo! – Protestò nuovamente la collega.
    
    - A cosa è stata condannata? – Domandai, pur conoscendo la risposta.
    
    - A 600 frustate. – Disse abbassando la testa. – Me ne daranno 50 alla settimana fino alla fine della condanna.
    
    La lasciammo parlare.
    
    -Mi frustano dalle 20 alle 21, poi mi riportano in cella.
    
    - Ma come fa? – Chiese la mia collega. – Parla come se andasse a fare la spesa… Deve essere terribile!
    
    - È terribile, mi creda. Ma non posso farci niente. Devo farmene una ragione.
    
    - Ma è già stata… frustata molte volte? – Chiesi.
    
    - Non so esattamente, ma ho passato la metà metà della pena scontata. – Rispose con pacatezza.
    
    - Come funziona? – Domando la collega. – Ci può descrivere cosa le fanno?
    
    La signora prese il fiato.
    
    - Mi portano in una sala vicina a quella dell’esecuzione e mio fanno attendere. Poi arriva una specie di capo che mi legge per l’ennesima volta la sentenza e mi precisa il numero delle frustate ricevute e di quelle che ...
    ... mancano.
    
    - Il suo stato d’animo?
    
    - Le prime volte ero angosciata al punto di morire. Adesso non vedo l’ora che comincino e che finiscano in fretta.
    
    - Poi, come procede?
    
    - Mi spogliano. – Rispose abbassando la testa. – Del tutto. Rimango nuda.
    
    - Dio mio… Mormorò la collega.
    
    - Mi mettono un collare e mi legano le mani al collare. – Continuò. – Mi mettono un guinzaglio e mi portano in sala della punizione. Una volta sul posto, mi slegano le mani e me le fissano a una carrucola, che poi mettono in tensione per farmi tenere le braccia in alto. Mi mettono un piccolo distanziatore alle caviglie, che poi bloccano a terra. Infine mi mettono in testa una specie di paraocchi per evitare che un colpo maldestro possa colpirmi il viso. A quel punto sono pronta.
    
    - Chi sono i carnefici? – Domandò ancora la collega. – Ce li può descrivere?
    
    - Cambiano ogni volta, – disse. – Sono dei giovani sui 20 anni di buona famiglia. Stanno a torso nudo. Prima vengono da me e mi palpano…
    
    - La palpano? – Domandò la collega, sempre più indignata. – Ma… possono farlo?
    
    - Devono farlo. Mi è stato spiegato che i carnefici devono palpare i condannati per avere una sensazione diretta. Devono capire che si tratta di un essere umano.
    
    - E… dove la palpano?
    
    - Sono dei ragazzi, – rispose guardandola. – Dove crede che mi palpino?
    
    - Mi scusi…
    
    - Poi? – Domandai.
    
    - Poi si portano alla giusta distanza e uno alla volta, su ordine del capo, mi danno una scudisciata testa. Il capo conta i ...