1. 600 frustate


    Data: 15/04/2024, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Honeymark, Fonte: Annunci69

    Come si può capire dal titolo e dal genere di appartenenza in cui è stato inserito, questo è un racconto sadomaso.
    
    Secondo una ricerca del Censis, il15% della gente ama far sesso in chiave sadomaso.
    
    Non c’è nulla da vergognarsi: ognuno ha diritto di essere quello che è.
    
    L’importante è che venga praticato tra gente adulta consenziente e responsabile.
    
    Questo racconto ovviamente è di pura fantasia, come ho promesso a tutte le persone coinvolte.
    
    Ma il sesso ludico è importante perché scarica quello reale che potrebbe essere molto più violento.
    
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    600 frustate
    
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    Il direttore mi aveva mandato a fare un servizio per il giornale in un certo emirato arabo, dove una donna europea era stata condannata a subire 600 frustate. Un numero fuori di testa, ovviamente. E, con il codice penale che vuole che non siano mai più di 50 le frustate somministrate per una singola volta - a meno che non svenga prima - una pena molto dolorosa e lunga da espiare.
    
    Quindi, conti alla mano, avrebbe dovuto essere frustata almeno una dozzina di volte. Il che, secondo le note inviate dall’ambasciata di quel paese, corrispondeva ad altrettante settimane. La donna infatti sarebbe stata frustata tutti i giovedì sera, vigilia del venerdì. E la mia missione sarebbe durata 10 giorni, proprio per poter intervistare la condannata prima e dopo l’ennesima frustata e dopo la frustata successiva. Avrei dovuto fare in modo che il mondo si indignasse di tanta ferocia contro una ...
    ... donna.
    
    In volo avevo incontrato una collega, Federica, inviata da un altro giornale con lo stesso fine di condannare le punizioni corporali e spezzare una lancia a favore della povera vittima.
    
    Il caso aveva voluto che io e Federica alloggiassimo nello stesso albergo di lusso, d’altronde non ce ne erano molti.
    
    Essendo arrivati di mercoledì e l’indomani andammo a trovarla nel carcere, dove ci avevamo preparato i permessi speciali.
    
    Ci fecero accomodare in una stanza e dopo una mezzora ci portarono la donna condannata. Ci accomodammo a un tavolo, mentre due guardie restarono presenti.
    
    - Siamo due giornalisti, – dissi alla signora presentandoci.
    
    Era bella, bionda, alta, ben fatta, sui 35 anni. Cercai di essere il più gentile possibile.
    
    - Vorremmo scambiare due chiacchiere con lei, – disse la mia collega.
    
    - Siamo dalla sua parte, – le precisai. – Non si preoccupi.
    
    - Come sta? – Domandò la mia collega, da donna a donna.
    
    - Cosa volete sapere esattamente? – Domandò la signora con la voce incerta. – Non si è fatto vivo nessuno della nostra ambasciata.
    
    - È comprensibile, – commentai.
    
    - È comprensibile un cazzo! – Protestò la mia collega, meravigliando entrambi e mettendo a suo agio la signora.
    
    - Cosa volete sapere? – Domandò di nuovo, con un tono più aperto. L’avevamo convinta.
    
    - Tutto, a partire da quello che ha combinato.
    
    - Dunque, – cominciò, raccogliendo le idee. – Eravamo in vacanza e una sera ho litigato con il mio compagno. Una cosa non ...
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