Il prezzo della sottomissione (parte 9)
Data: 13/04/2024,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Kugher, Fonte: EroticiRacconti
Quando gli (ex) amici, ora Padroni arrivarono, osservandoli non riuscì nemmeno a pensare a quante migliaia di euro indossassero tra abbigliamento, scarpe, gioielli ed orologi.
Non la degnarono di attenzione e si sedettero comodamente in poltrona.
Volevano creare subito un distacco molto forte, al fine di evitare che lei potesse pensare che erano amici coi quali si stava divertendo. Doveva capire che lei era solo la schiava di quelle persone con le quali era stata a teatro, ai ricevimenti, nei clubs esclusivi, alle feste nelle ambasciate.
Ogni tanto si alzavano per servirsi da bere o prendere stuzzichini. Dalla sua posizione poteva solo vedere le scarpe e le gambe delle donne-ex amiche-Padrone con quelle magnifiche e costose calze velate, che dalle ginocchia (più su non riusciva a vedere) terminavano nelle scarpe coi brillantini.
Gli argomenti tra loro erano leggeri e rilassati, come se lei non esistesse o come se fosse normale avere una giovane donna rinchiusa in una gabbia.
La realtà era la seconda. Non era stata certo lei ad inaugurare quella gabbia. Diversamente non si sarebbe spiegato il loro essere a proprio agio in quella situazione.
Ma la schiava era troppo presa dalle nuove sensazioni ed emozioni, e questi dettagli le sfuggirono.
Venne il momento di entrare nel vivo della serata, dopo avere stabilito i nuovi equilibri.
Niccolò la fece uscire dalla gabbia e, teatralmente, le mise un collare al quale attaccò un guinzaglio di catena.
Si ...
... diresse verso i suoi amici tirando il guinzaglio e facendosi seguire dalla donna.
“Tieni basso lo sguardo”.
Dalla voce si sentiva la sua eccitazione e Simona, presa dalla situazione, eseguì, trovandosi anche sollevata perché avrebbe fatto fatica a reggere quello dei suoi “amici”.
La portò, per prima, davanti a Monica, quella che scoprì, in seguito, essere la più sadica.
“Bacia i piedi dei tuoi nuovi Padroni”.
Lo sguardo verso terra le impedì di osservare quello acceso dei suoi (ex) amici. La tensione non le consentì di vedere il frustino che Niccolò aveva nell’altra mano. Ne scoprì l’esistenza quando si abbatté sulla sua schiena, poco prima dello strattone del guinzaglio verso il basso.
“Giù, schiava”.
Tutti i presenti avvertirono il ben noto formicolio quando la bella schiava pose prima un ginocchio e poi l’altro a terra, fino a portare il capo ai piedi di quella donna molto più anziana di lei, sovrappeso e che le stava gettando in faccia la ricchezza del suo abbigliamento e l’arroganza della sua postura.
Ricevuto il bacio le pose la scarpa sulla nuca, tenendole giù la testa.
Nemmeno per un attimo Simona pensò alla suola sporca a contatto con i suoi capelli puliti.
“Niccolò, era ora che la tua schiava capisse qual è il suo posto davanti a noi”.
Simona pensò che fosse una frase dettata dal ruolo, per eccitarsi. Invece era il vero pensiero di tutti, che da tempo seguivano i suoi “progressi” di sottomissione in attesa di quel momento, non avendo mai ...