Ciclo Emma - Da bravo
Data: 13/04/2024,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Beta, Fonte: EroticiRacconti
... invece io le avevo risposto in quel modo. Lei pretendeva sempre e comunque la mia sottomessa accondiscendenza, in quell’occasione non ero stato in grado di dimostrargliela e per questo mi sentivo in colpa. Lei mi leggeva come un libro aperto ed infatti si rese conto della mia mortificazione, ma c’era solo un modo per riprendere il dialogo ed era sempre lo stesso quando la mia indisciplina ci portava a quelle situazioni.
Io: “Scusa. Ho sbagliato.”
Lei: “Eccome.”
Si prese ancora qualche secondo, poi cominciò ad accarezzarmi la testa e le fui estremamente grato di quel gesto, come un cane che dopo essere stato sgridato va dal padrone a prendersi il perdono con la coda tra le gambe.
Io: “Se tornerai a casa a dormire stanotte sarò l’uomo più felice del mondo. Solo non capisco perché dovrei aspettarti qui in macchina da solo. Mi puoi chiamare appena avete fatto.”
Lei: “Perché voglio così.”
Io: “A lui va bene che torni a casa a dormire?”
Lei: “A dire il vero è stata un’idea sua”
Rimasi un attimo perplesso, poi capii. Seguirono secondi di silenzio in cui riapparì sul suo volto quel sorriso sadico perché anche lei capii che avevo capito. Mi guardava come dire “avanti chiedimelo” e io ovviamente, come sempre l’assecondai e chiesi
Io: “E’ stata una sua idea vero? Te lo ha detto lui di ordinarmi di aspettarti sotto casa sua durante il vostro incontro.”
Lei: “Si.”
Io: “Perché?”
Lei: “Perché lo arrapa. Perché l’idea di farti cornuto lo fa scopare meglio ...
... e io voglio essere scopata al meglio. Perché è lui è come me.”
Era radiosa, visibilmente eccitata. Per lei questi erano come preliminari.
Lei: “Che gli devo dire? Sarai ubbidiente? Mi aspetterai qui?”
Io: “Quanto dovrò aspettare?”
Lei: “Risposta sbagliata.”
Sconfitto, con lo sguardo fisso davanti: “Si, digli che sarò qui ad aspettarti.”
Aspettò che mi voltassi di nuovo a guardarla prima di rispondermi divertita
Lei: “E bravo il mio cornuto. Come premio stanotte, tornati a casa, ti libero dalla gabbietta, dopo due settimane devi averne proprio bisogno.”
Al che l’unica cosa che mi venne di dire fu un commosso e sincero
Io: “Grazie.”
Uscì di macchina, attraverso la strada e suonò al portone. Non si voltò mai, la vidi sparire dietro la porta. Passai le successive due ore in preda ai tormenti, finendo tutte le sigarette che mi erano rimaste, finendo quasi la batteria del cellulare tra giochi e social. Iniziai a pensare che si fossero addormentati, che si fossero scordati di me. Ogni tanto però vedevo le tende delle finestre al secondo piano muoversi. Mi controllavano, controllavano che fossi ancora lì, come mi era stato ordinato. Alla fine, introno all’una di notte, quando anche i miei amici erano tutti andati a casa, ricevetti un messaggio vocale dal suo cellulare.
L’altro: “Non credevo saresti rimasto e invece tua moglie aveva ragione. Sei proprio un bravo cornuto! Dopo più di due ore sei ancora lì accuccia. Adesso però l’esperimento è finito, ci ...