La cliente della pausa pranzo – parte II caffè e i
Data: 02/04/2024,
Categorie:
Tabù
Maturo
Autore: highheels899, Fonte: xHamster
Ero più che mai intenzionata a chiavarmi il commesso. Mi sveglia di buon ora, feci una buona colazione abbondante e mi recai in fretta e furia in ufficio. Dovevo sbrigare al più presto tutte le mie faccende così da liberarmi il prima possibile. L’attesa mi stava consumando, ero distratta e facilmente alterabile. Non mi era mai capitato a questa età di essere in queste condizioni per un uomo, figurarsi per un ragazzino. Mi ero vestita di tutto punto per l’occasione; tacchi alti neri incastonati di pietrine che risaltavano i miei piedi maturi ma ancora lisci e morbidi. I miei piedi erano poi velati il calze autoreggenti che salivano fino alla vita dove stringeva la mia gonna aderente. Sopra la giacchetta corta di maniche, facile da sbottonare all’occorrenza e un reggiseno fine a contenere le mie coppe tonde e più che mai desiderabili. Terminai le mie mansioni intorno alle 12, quindi scesi di fretta dalle scale e recuperai la mia bicicletta. Durante il tragitto non notai nemmeno lo sguardo sbavante dei passanti, che probabilmente intravedevano tra le gambe la mia lingerie di pregio e i miei piedini che nella pausa tra una pedalata e l’altra si mostravano in punta in tutto il loro splendore. Legai la bici ed entrai nel negozio.
Come sempre era ancora abbastanza movimentato nonostante l’ora e trovai subito quello che stavo cercando. Con la scusa di trovare un giocattolino visto sul catalogo per mio figlio, mi feci accompagnare nel reparto più isolato e dopo 20 minuti in cui ...
... non lasciavo andar via per un’attimo il commesso presi coraggio e invitai il giovane per un caffè al bar all’angolo della piazza. Parve sorpreso ma accettò di buon grado, quindi mi avviai con la sua promessa di raggiungermi di lì a pochi minuti.
Mi sedetti al bar e nell’attesa ordinai un drink, che divennero due, poi tre.. Ero brilla e stavo per andarmene quando finalmente arrivo il il ragazzo, scusandosi per il ritardo. Era accompagnato da una donna che mi disse essere la madre. La donna lavorava ai margini della città e ogni tanto andava a trovare il figlio nella pausa pranzo. Mi saluto freddamente non scollandomi gli occhi di dosso. Aveva forse poco più dei miei anni, fisico sodo e formoso, una bellissima donna. Anche lei era un’amante del tacco a spillo, abiti succinti e accessori , come quei sui guantini in pelle nera adornati d’argento che sfoggiava quel pomeriggio. Mi complimentai con lui per avere una così bella mamma ma la donna non mi parve molto felice di questo i,contro, anche se apparentemente innocuo, tra me e suo figlio.
“Dai mamma, vai o farai tardi.. grazie di essere passata”. La donna lo guardò torvo, poi i suoi occhi si addolcirono e volgendomi il suo sguardo fisso accarezzo con le mani bianche e curate i capelli del figlio con un movimento vagamente sensuale, si avvicino alla sua guancia e gli diede un caloroso bacio sulla guancia, sfiorandogli appena il lato del labbro e lasciandogli una tracia di rossetto rosse. “Ciao caro, chiamami più tardi”, e si ...