1. Ritorno al noccioleto - parte 3


    Data: 30/03/2024, Categorie: Gay / Bisex Autore: LuogoCaldo, Fonte: Annunci69

    Il mattino seguente passò a prendermi Alfonso.
    
    Guidava un vecchio modello di panda che probabilmente usava solo per la campagna.
    
    “Puoi anche farla lavare ogni tanto questa carretta” esordii volutamente aggressivo.
    
    Mi fissò sorpreso. “Tu ormai sei diventato cittadino, hai pretese troppo alte”.
    
    “Sei tu che hai deciso di non evolvere” lo punsi.
    
    Capii che lo avevo colpito. Fece per rispondere qualcosa ma poi si rabbuiò.
    
    Mentre cambiava la marcia non potei fare a meno di guardargli il pacco.
    
    Incastonato tra quelle cosce enormi sembrava esplodere sotto il tessuto dei calzoni corti.
    
    Ebbi l’impulso di metterci la mano sopra, mentre guidava, di tirarglielo fuori e di farmelo sbattere con violenza in gola.
    
    Poi lui mi soprese. “Senti, grazie.” Mi disse.
    
    Lo guardai interrogativo.
    
    “Ieri sera ero sicuro che tuo zio mi avrebbe chiamato per dirgli che non gli servivo più. Credevo che gli avresti chiesto di non farmi più venire al noccioleto”. Le sue labbra socchiuse erano enormi. Avrei voluto toccarle con le mie e far scivolare la lingua nella sua bocca calda.
    
    “Mi dispiace per quello che è successo a scuola. Sono stato stupido. So che non posso cancellare quello che ti ho fatto, però, se puoi, perdonami”.
    
    Non sapevo cosa rispondere. “Non ti preoccupare” borbottai.
    
    Quando arrivammo al noccioleto zio Gaetano era già li.
    
    C’era molto da fare quella mattina e il lavoro fu massacrante.
    
    A mezzogiorno il sole era alto e picchiava forte.
    
    “Fa troppo ...
    ... caldo” disse zio Gaetano “dobbiamo spostare le foglie prima che prendano fuoco. Salite sulla ruspa vi guido io da sotto”.
    
    Ero distrutto dalla fatica, avrei solo voluto riposarmi.
    
    Alfonso comandava il braccio meccanico con precisione, mentre lo zio, da terra, gli indicava quali mucchi sollevare e dove appoggiarli. Il mio contributo era pressoché inesistente.
    
    Dentro quella cabina la calura era insopportabile.
    
    Alfonso cominciava a grondare. Stille di sudore gli rigavano il volto dall’attaccatura dei capelli e la canotta bianca, ormai zuppa, aderiva al petto, esaltando i pettorali, i capezzoli duri e il ventre prominente.
    
    Tra le mie cosce qualcosa si mosse. I suoi calzoni erano bagnati e il pacco gonfio era ancora più evidente.
    
    “Ti ricordi quello che è successo nel bagno della scuola?” Quasi sussurrai.
    
    Mi fissò terrorizzato.
    
    “Avevi ragione, proseguii. Su tutto.”
    
    Alfonso non sapeva cosa fare. Zio Gaetano continuava ad urlare istruzioni dal basso.
    
    Fu allora che decisi di agire.
    
    Appoggiai la mano sul suo cazzo e cominciai a sfregarla lungo l’asta.
    
    Lui fece per ritrarsi ma lo sentii immediatamente indurirsi.
    
    “Continua a lavorare” gli ordinai. Il piacere lo piegò.
    
    Aprì le cosce e mi lasciò afferrare quell’enorme bastone di carne da sotto la stoffa. Lo sentivo ansimare come un toro, mentre lo sforzo di mantenere il controllo del mezzo si faceva visibile.
    
    L’odore acre del suo sudore mi mandò in visibilio, mi chinai su quel pacco e finalmente ...
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