Da collega irreprensibile ad amante perfetta..e forse anche di più
Data: 27/03/2024,
Categorie:
Cuckold
Dominazione / BDSM
Etero
Autore: zelica, Fonte: RaccontiMilu
... compreso lubrificanti vari. Ad un certo punto sento il campanello, inutile dire che avevo già il pene duro come la pietra che faticavo a tenere dentro i pantaloni. la faccio entrare nella stanza subito a destra, vicino al bagno. L’altra stanza, quella del socio era chiusa ed era in fondo al corridoio. Ovviamente aveva un vestitino corto, scollato e con le scarpe con il tacco ma la mia mente era partita, avevo mille pensieri in testa, già la vedevo nuda. Chiusi la porta della stanza e inziai a spogliarla, erano i primi giorni di ottobre, il pavimento di marmo e i riscaldamenti ancora non erano accesi.
La feci spogliare da sola, aveva lo sguardo basso, sembrava si vergognasse. Io mi godevo lo spettacolo, prima il vestito poi si slacciò il reggiseno e lo fece scendere lentamente sotto il seno per poi adagiarlo sulla sedia. Poi il perizoma.. le avevo detto di non metterlo ma mi aveva disubbidito. Meglio pensai, la punirò a dovere e lo misi vicino ai “giochi” che avevo preparato per lei. Le feci togliere anche le scarpe e il contatto dei piedi con il marmo freddo le fecero venire i brividi e i capezzoli sembravano schizzare fuori. Con un ultimo barlume di vergogna si provò a coprire con un braccio i seni e con una mano la figa depilata. Le ordinai di mettere le braccia lungo il corpo e la feci girare dandomi le spalle. Quel meraviglioso culetto era davanti a me, pronto, liscio e sodo. Era il mio bersaglio di quella mattina. Le misi una benda sugli occhi e la feci stendere a ...
... pancia in giù sul lettino. Era stesa così, faccia in giù, inerme, era quello che volevo, potevo fare ogni cosa mi venisse in mente. Per far capire ancora di più il suo ruolo di schiava e per evitare che si ritraesse durante i “giochi”, le allungai le braccia in avanti e la ammanettai. Il rumore di metallo che si chiudeva sui polsi la fece sobbalzare, non se lo aspettava e provò a liberarsi senza riuscirci. Si irrigidì un pochino, presi il telefono e la fotografai, volevo immortalare il momento, volevo che lei avesse un preciso ricordo di come da donna irreprensibile, distaccata, autoritaria era diventata una schiava alla mercè del suo padrone.
Padrone della mente e del corpo. Presi l’olio lubrificante e inizia a fare dei massaggi vicino la collo, sulle spalle, mi dava segno di gradire, sentivo dei sospiri di rilassatezza. Non volevo avvenisse, doveva avere paura di quello che sarebbe avvenuto e quindi le aprii la bocca all’improvviso e le inserii il perizoma che ho trovato bagnato, segno che già mentre si stava spogliando, si stava eccitando. Ora non poteva vedere, non poteva parlare e tanto meno urlare ma soprattutto era ammanettata. Solo molti giorni dopo mi confessò che aveva paura ma il sesso era un lago e i capezzoli le facevano male per quanto era dritti e turgidi. Continua il massaggio sulla schiena, prima forte poi leggero. Lei allargava leggermente le gambe. Arrivai ai suoi glutei, li massaggia con movimenti circolari. facevo in modo di allargarli e scoprire la ...