Diventare servi
Data: 25/03/2024,
Categorie:
Cuckold
Dominazione / BDSM
Autore: Luciomario, Fonte: RaccontiMilu
... nuova. Appena la vedeva Licia doveva tirar fuori dalla vestaglia i seni e mettersi davanti a lei con lo sguardo fisso e le mani lungo i fianchi. Francesca schiaffeggiava le tette a lungo e le chiedeva se il cornuto l’aveva scopata. alla risposta affermativa si faceva raccontare cosa aveva fatto per eccitarlo e Licia le raccontava i suoi piccoli stratagemmi, di come avesse aperto le gambe dicendogli che era piena di sperma ma pronta a ricevere la sua sborra, di come gli avesse detto che il suo buco fosse adatto per far divertire i maschi, di come avesse sussurrato: “svuotati nel mio buco senza problemi”. La domanda era sempre la stessa: come hai fatto godere il cornuto? Licia doveva ogni volta trovare le risposte più umilianti per soddisfare Francesca, sennò erano botte. Sulle sue tette, sulla sua vagina, sulla sua faccia. Aveva imparato che più si umiliava più Francesca sembrava soddisfatta. Stava però bene attenta a non mentire perché non ne era capace.
“L’ho fatto sborrare nella mia figa, signora, ero già piena che mi colava tutto e dovevo raccogliere con le mani e leccarlo! Oramai quando salgo dall’osteria mi metto dei tovaglioli in mezzo alle gambe, poi li tiro fuori davanti al cornuto per fargli vedere quanto sono piena, li lecco bene davanti a lui poi mi metto a gambe larghe perché le troie si fottono così, senza perdere tempo in smancerie.”
“L’ho fatto venire nel culo che padron Gabriele aveva voluto che mi inculassi davanti a lui con una zucchina poi si è ...
... deciso a mettermi dentro il suo uccello ma mi ha detto che oramai il mio buco del culo è un cratere. Però si è degnato di godere dentro, anche se ha detto che gli faccio schifo. Il cornuto quando ho allargato le chiappe e gli ho fatto vedere quanto sono larga dietro ha capito e a preso a montarmi. Oramai sono bene aperta e non mi ha fatto niente, però ho pulito il suo uccello bene bene e quando ha cominciato a pisciarmi addosso sono rimasta lì.”
“Il padrone non mi aveva degnato così al cornuto ho fatto una bella sega mentre gli raccontavo che lei mi fa palpare da chi ne ha voglia e per me è normale farmi toccare perché tutti i giorni mi mettono le mani addosso e io devo lasciar fare “.
Se Francesca rimaneva soddisfatta dal racconto la giornata scorreva tranquilla. Licia puliva il pavimento dell’osteria, prima il bar, poi la sala da pranzo. Lo faceva prima con la scopa poi con lo straccio, inginocchiata. La porta della sala da pranzo in quei momenti era chiusa. Qualche volta però si apriva. Licia, nel suo lavorare dava sempre di spalle alla porta e continuava a fregare per terra senza sapere chi fosse entrato. Se era Francesca erano pedate nel sedere che la facevano cadere a terra e che subiva senza dire una parola. Più spesso però erano dei passi che si avvicinavano a lei senza fretta e sentiva una mano che da dietro le sollevava la vestaglia. Mentre le veniva scoperto il sedere si metteva gambe larghe per facilitare quello che sarebbe successo dopo. Le dita la frugavano ...