La palestra – Vecchi racconti di ErosItalia
Data: 16/03/2024,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Racconti Erotici,
Autore: Vecchi Racconti, Fonte: RaccontiMilu
Era proprio una gran bella palestra. Pulita, attrezzata e non troppo affollata, l’ideale per uno che, come me, vuole cercare di salvare il salvabile dopo mesi di studio indefesso. Così mi trovai a frequentarla spesso, io che non sono mai stato un “rambista” e quell’anno, visto che non avevo programmi particolari, continuai ad andarci fino all’inizio di agosto. Un pomeriggio, caldissimo, ero nello spogliatoio a guardarmi i pettorali, come sempre illusoriamente rigonfi dopo i pesi. Dentro lo spogliatoio, assai angusto per la verità, eravamo solo in quattro e io ero il più piccolino! Gli altri tre erano dei bestioni, uno faceva la doccia, col pene moscio e scappellato che penzolava, mentre gli altri due, nudi anche loro, si asciugavano i capelli. Guardare i loro membri mi ha sempre un po’ angosciato, confrontandoli al mio, ma soprattutto le palle erano impressionanti, enormi, gonfie. Ero assorto in questi pensieri non proprio filosofici quando si apre di botto la porta scorrevole e irrompe dentro lo spogliatoio una ragazza! Noi tre seduti sulla panca ci giriamo di scatto e rimaniamo immobili, increduli. Lei non sa dove posare lo sguardo, borbotta frasi tipo “mi sono sbagliata, scusate, dov’è lo spogliatoio femminile” ecc…Ma non accennava ad andarsene e io cominciavo a sentirmi un po’ imbarazzato, in verità. Il bruto che era sotto la doccia si affaccia e come se fosse la cosa più normale del mondo le dice: “Non fa niente, puoi cambiarti qua, per noi non c’è problema…” ed esce ...
... dalla doccia, col pisellone dondolante. Lei, una ragazza mora, molto procace e provocante anche se in tuta (o forse proprio per quello) per un attimo posa lo sguardo sul cazzo di lui. L’atmosfera è rarefatta, elettrica. Noi sulla panca guardiamo come fossimo davanti a uno schermo. Lui si avvicina, la sfiora ancora gocciolante, le dice “Vuoi che ti aiuti?” Lei resta interdetta, mentre lui abilmente strofina il cazzo che comincia a irrigidirsi sulla coscia di lei, che istintivamente la ritrae. Mentre ancora lei cercava di articolare qualche parola, lui le mise una mano in mezzo alle gambe e cominciò a carezzarla, sempre più violentemente. Intanto dovette incurvare la schiena, per dare spazio al pene ormai eretto e gonfio. Allora lei evidentemente perse il lume della ragione, perché cominciò a mugolare e a leccarsi le labbra, infine, come per aggrapparsi furiosamente, prese in mano il cazzo. Lui, ansando e sbuffando, le prese la nuca con l’altra mano, e la spinse a sé, per un bacio oscenamente torbido, infinito, due lingue primordiali che lottavano…intanto lei faceva su e giù con la mano, scappellandolo e ricoprendolo, piano piano… Poi lui le calò con difficoltà i calzoni aderenti della tuta e le mutandine. Ora lei stava col culo roseo proprio davanti a noi tre seduti, che nel frattempo ci stavamo ovviamente eccitando! poi si chinò, mettendoci praticamente il culo in faccia e glielo prese in bocca, avidamente, leccandogli prima l’asta e poi la cappella rossa, per poi ingoiarlo con ...