Una fantasia (Parte 3)
Data: 29/02/2024,
Categorie:
Voyeur
Tabù
Masturbazione
Autore: exhibiaita, Fonte: xHamster
Stranamente il viaggio fu più pudico di quello precedente. Il tassista si limitò a guardare e ad accarezzarmi timidamente una gamba. Avevo una gran voglia di sapere dove stessimo andando, ma non riuscivo a parlare così concentrata sulle mie voglie.
Dopo meno di dieci minuti il tassista prese una rampa sotto una gigantesca insegna di parcheggio. Già al primo piano sottoterra notai l'enormità di quel posto e il quantitativo enorme di auto che vi erano stipate. Giunti al terzo e ultimo piano il tassista fermò l'auto in uno spazio vuoto tra un altro taxi e un furgoncino scassato.
“C82”, disse lui orgoglioso, “Questo è il mio posto”.
“Perché mi ha portato qui”, chiesi fingendomi innocente. Lui reagì prima con una risatina, poi con un gesto che mi colse alla sprovvista facendomi sobbalzare.
Entrambe le sue mani mi afferrarono il vestito soppesandomi i seni, stringendoli con energia.
“Fammi vedere anche queste”. Io mi guardai tutto attorno e capì che quanto mi disse era il vero: “No qui non ti vede nessuno”.
Lo aiutai ad abbassare il vestito scoprendo per intero il busto nudo. I complimenti si sprecarono, ma le mie intenzioni erano diverse.
Tirai così indietro il sedile e ruotai verso di lui gli spalancandogli davanti la figa pulsante.
Mangiò. Era affamato, scoordinato ed impreciso, ma mi piacque tantissimo. Gli presi la testa tra le mani per assicurarmi che non si staccasse e nel sicuro di quel luogo mi lascia andare a tutti i gridolini e commenti che avevo ...
... trattenuto fino ad allora. Mi riempì tutta la zona, dentro e fuori di saliva e per poco non rischia di venire. Lo caccia indietro giusto in tempo e guardando il suo viso infuocato immaginai quanto dura potesse essere la sua erezione. Lo scoprì molto presto. Mentre lui slacciava e abbassava i pantaloni, io mi procurai le salviette dalla borsetta per pulirlo meglio che avrei potuto. Il suo cazzo era stretto e lungo, ma soprattutto durissimo, un pezzo di marmo con la cappella viola e la pelle delle palle visibilmente tesa.
“Sei un uomo fortunato”, gli dissi piegandomi su di lui senza nemmeno averlo toccato prima. Lo avvolsi e lo spompinai come se avessi fretta ascoltando le sue parole di gioia ed eccitazione, le sue palpate su gran parte del corpo e succhiando con tutta la forza che avevo nelle labbra.
Mi trovavo in fondo quando lui fece come uno spasmo: “Arriva qualcuno”, disse coprendosi frettolosamente l'asta con un lembo della camicia. Fu un vero colpo, lo ammetto, mi spaventai. Riuscì a vestirmi con largo anticipo, ma lo stesso il cuore non voleva smettere di rallentare.
“Lo conosco”, disse lui indicando l'altro taxi, “Adesso si fermerà a parlare”. Con il cuore in gola cercai di ricompormi il più possibile, poi lo guardai avvicinarsi al suo taxi, cambiare direzione con un largo sorriso sulla faccia non appena ci vide.
Il mio “amico” non poté far altro che tirare giù il finestrino ed assecondare la situazione, ma già da subito recepì l'interesse dello sconosciuto ...