Schiavo di lusso,
Data: 21/02/2024,
Categorie:
Etero
Autore: nymphomaniac_, Fonte: RaccontiMilu
05:00 della mattina: solitamente a quell’orario, nella mia vecchia vita, camminavo lungo la circonvallazione in direzione del mercato. Scaricavo le casse delle varie bancarelle, spazzavo la strada, aiutavo come potevo i commercianti, facevo di tutto per racimolare qualche soldo per campare. Ero solo, non avevo nessuno, l’unica cosa che avevo era la mia bellezza: alto, capelli mori, carnagione olivastra, muscoli temprati dal lavoro, occhi scuri. Questa bellezza mi permetteva di conquistare qualche troietta da scopare nel cesso di qualche bar, oppure mi facevo fare un pompino dietro qualche macchina parcheggiata, ma mai niente di serio. Ero spesso trasandato, a volte mi facevo la barba con dei pezzi di vetro, i miei vestiti erano sempre trasandati, e data la mia situazione economica, vivevo in un tugurio. Anche un zingaro o un barbone aveva più soldi di me.
Un giorno, proprio mentre tornavo dal mercato, sulla strada del ritorno vidi una donna, una specie di dea, che camminava verso di me. Ne rimasi abbagliato, tanto era bella: risultava molto appariscente, ma si vedeva che la base c’era. Platinata, tacchi alti, griffata dalla testa ai piedi, camminava a testa alta, spavalda. Stupenda! Sicuramente meglio delle troiette da quattro soldi che mi fottevo prima di andare a dormire. Rispetto a loro, Lei era una figa griffata, una vagina dalle ovaie d’oro, ed entrando in quell’antro umido e dorato, avrei sicuramente potuto sistemarmi almeno un po’. Ma uno come me non poteva attrarre ...
... una donna, una dea, di quel rango. Il mio cazzo non era degno di chiavare quella purosangue, quindi abbassai gli occhi e tirai dritto.
“Ehi tu!”, mi sentii chiamare da dietro, :”Dici a me?”, le risposi. “Certo che dico a te, vedi altri intorno?”, rimasi folgorato. Stava parlando a me. Non riuscii a spiegarmi perché si era disturbata a parlare con me, ero in un imbarazzo ed in una soggezione tali che avrei voluto scappare via. Mi rassicurò e mi disse di sederci al tavolino di un bar. Pensai:” Magari le piaccio, magari vuole portarmi a casa per scopare. Ci sedemmo ad un tavolo. Lei accavallò, la pelle abbronzata risplendeva al sole di quella giornata primaverile, aveva delle gambe stupende, lunghe, affusolate, leggermente toniche, ma perfette. Mai visto un paio di gambe così! Il suo vestito firmato interrompeva la sensualità di quelle gambe a metà coscia.
Improvvisamente mi sferra un piccolo calcetto sullo stinco dicendomi:” Piantala di guardarmi le gambe, ordina quello che vuoi, offro io.”
Le chiesi come mai avesse voluto parlarmi, perché mi avesse invitato a quel tavolo. Nel frattempo la osservavo, e più la osservavo, più sentivo il cazzo ingrossarsi.
“Perché ti ho fermato? Semplice: non è la prima volta che ti vedo, e mi sei sempre interessato. A te servono soldi, io posso dartene quanti ne vuoi, ne ho talmente tanti che non saprei cosa farci. Ed in cambio tu, mi dai la tua dignità. Diventa il mio schiavo e prometto che non te ne pentirai.
Ero allibito! ...