Che casino (capitolo 1)
Data: 20/02/2024,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Autore: Signor No, Fonte: RaccontiMilu
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Birra, pizza a domicilio, Netflix. Una sera tipica di quella che è diventata la mia routine. Dopo quattro anni di convivenza Giuliana ha deciso, tre mesi fa, di andare per un’altra strada. Le sue esatte parole sono state: non sono più felice. Così, lungi da me dall’essere responsabile dell’infelicità altrui, non mi sono opposto quando ha fatto le valigie e se n’è andata. Ho scoperto poi dopo che la sua felicità portava il nome di Alessandro, ma questo non cambiava le cose. Certo, avrei preferito me le dicesse subito non che me lo rivelasse la sua migliore amica dopo che me l’ero scopata. Ovviamente poi si sono parlate, la cosa è venuta fuori e l’orco sono diventato io perché mi sono permesso di scoparmi la sua migliore amica, non Giuliana che mi ha piantato le corna per più di sei mesi.
Ho avuto la nausea. Pensare di uscire, fare festa, conoscere altre persone, magari costruire una nuova relazione… tutte cose che mi davano la nausea. Ho preferito chiudermi nel mio mondo e sparire dalla vita sociale. Ho preso due gatti, Uno e Trino (l’ho chiamato così perché fa casino per tre) e la mia vita è diventata perfetta. Marco, il mio migliore amico, l’unico con cui mi sento e con cui saltuariamente mi bevo una birra, continua a ripetermi che dovrei prendermi un cane. Con un cane, sostiene, si rimorchia un sacco. Ci ho pensato. Troppo impegno, troppo sbattimento, non fa per me.
Birra, pizza a domicilio, Netflix.
Peaky ...
... Blinders.
Gran serie. Ve la consiglio. Davvero. Devo dire che Cillian Murphy non mi aveva mai convinto con quella faccia da… da Murphy. Eppure, in questa serie, ho imparato ad apprezzarlo. Così, proprio quando il nostro Thomas Shelby viene pestato da quel mafioso italiano il mio telefono si mette a suonare. Sono quasi le dieci. Butto l’occhio, un numero che non conosco. Penso a uno di quei maledettismi call center, ma è troppo tardi per loro. Per un attimo penso a chi diavolo possa essere, ma non mi viene in mente nessuno, a quest’ora. Metto in pausa e rispondo dubbioso.
«Sì?»
C’è un attimo di silenzio. Inizio a pensare a uno scherzo.
«Ehm… zio?»
Una voce femminile, giovane, che mi chiama zio. Mio fratello non ha figlie.
«Scusa, ma sei sicura di aver fatto il numero giusto?»
Sento esitazione dall’altra parte.
«Zio, sono Arianna.»
Boom. La mia vita si ferma. La figlia di mio cugino, quello che è andato a vivere a Roma dopo che si è sposato con la figlia di un carabiniere… o qualcosa del genere. L’ultimo volta che ci siamo sentiti, io e mio cugino intendo, deve essere stato qualcosa come quindici anni fa. Arianna era piccola, aveva tre… quattro… sei anni… non mi ricordo nemmeno più. Da allora quel ramo della famiglia è andato completamente perduto.
«Zio ti disturbo?»
Non so quanto tempo sia passato mentre ero perso a cercare di ricordare qualcosa di mio cugino e relativa famiglia. Sono sotto shock.
«Io… no, figurati. Oddio… Arianna?»
La sento ...