Privilegi di classe - 2
Data: 20/01/2024,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
Per fortuna in quei boschi non passava mai nessuno: un eventuale viandante sarebbe rimasto prima incuriosito e poi scandalizzato, alla vista di un uomo che, ridendo convulsamente, abbracciava sul prato un ragazzo, che aveva una larga chiazza di bagnato sui calzoni, all’altezza dell’inguine.
Passato il primo momento di imbarazzo e di sbalordimento, Tumminiello si lasciò coinvolgere dalla strana reazione di don Elpidio, scoppiando a ridere pure lui e ricambiando l’abbraccio per come poteva. Furono attimi di pura follia, o forse di entusiasmo, come alla scoperta di qualcosa, che entrambi avevano desiderato, ma di cui ignoravano l’esistenza. Alla fine, si ritrovarono, ansimanti, a fissarsi negli occhi, scintillanti di gioia inespressa.
“Un bacio, Vossignoria… - sospirò Tumminiello, vincendo il tumulto che si sentiva dentro – un bacio, vi prego… è così bello!”
E don Elpidio lo baciò nuovamente e nuovamente le labbra si dischiusero e le lingue scivolarono l’una nella bocca dell’altro a sorbirne la dolcezza.
Ma adesso una nuova frenesia si era impadronita di Tumminiello, di toccare, di sentire sotto le mani il corpo di don Elpidio, quel corpo che aveva già visto e toccato tante volte, ma non così… non come ora.
Agevolato dal fatto di trovarsi sotto, il ragazzo prese a carezzargli dapprima la schiena, sentendo il guizzare dei muscoli sotto il lino sottile della camicia; poi, fattosi ardito, scese a sfiorarsi e quindi a palpargli a tutta mano le natiche sode, ...
... elettrizzato dalle sensazioni che stava vivendo e dai fremiti che sentiva nell’altro, i cui baci si facevano via via più focosi.
Finché, attirato dalla pressione che sentiva sulla coscia, Tumminiello insinuò una mano nella stretta dei corpi e toccò quello che non aveva mai toccato e come non lo aveva mai neanche visto. L’uccello duro di don Elpidio gli pulsò nella mano, quando lui lo strinse, mentre l’uomo si staccava da lui stralunato, con un gemito roco, stendendoglisi al fianco.
“Sì…” quasi rantolò, respirando affannosamente ad occhi.
Tumminiello, allora, si sollevò sul gomito, per un po’ strinse e carezzò la dura escrescenza, poi sbottonò la patta, fece scivolare la mano sotto le mutande e strinse la carne viva e nuda del suo padrone.
Sarebbe difficile provare a descrivere le sensazioni che entrambi provarono, l’uno stringendo in mano per la prima volta il cazzo di un uomo, sentendone il calore, la levigatezza della pelle, la morbidezza della guaina, che scorreva sopra un fusto d’acciaio… l’altro, sentendosi per la prima volta toccare e stringere dalla mano ruvida e impudica di un altro uomo. Sarebbe difficile e anche inutile: ognuno di noi, credo che possa attingere dai suoi ricordi, se è così fortunato da averne. Lasciata un momento l’asta, la mano di Tumminiello scivolò più in basso, verso la borsa dei coglioni e gli fece uno strano effetto sentire i grossi ovuli duri dentro quel sacchetto molle e peloso.
Don Elpidio non si contenne più:
“Tiralo fuori, ...