Il debito da pagare 2
Data: 17/01/2024,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Autore: pivolo, Fonte: RaccontiMilu
2) La conferma
Claudio, l’usuraio la chiamò all’ora di pranzo del giorno dopo. Si era chiuso nel negozio, dopo aver telefonato alla moglie a casa che aveva da completare la riparazione di un orologio, che era più complicato di quanto aveva immaginato.
Era stato secco e chiaro “Gloria, bella mia, vieni alle 2, bussa sulla serranda che ti faccio entrare. Hai un’altra rata da pagare, capito ?”
Voleva ribadire subito la sottomissione di quella bella e debole donna e non darle il tempo di ripensare su quello che era successo.
Gloria scese, attraversò la strada e percorse quelle decine di metri che conducevano al negozio dell’orologiaio, in una strada ormai vuota di persone e con i negozi tutti chiusi per la pausa pranzo. Si guardò attorno, era sola, non c’era nessuno nei dintorni e bussò lievemente sulla serranda. Immediatamente, sentì che si sollevava elettronicamente fino a farla entrare per poi scendere rapidamente di nuovo.
Il negozio era in penombra e l’uomo si fregava le mani di fronte alla vittima che si era ripresentata, puntuale, alla sua richiesta. Le fece togliere il giaccone e la borsa e le chiese subito dopo di togliersi camicetta e pullover e la gonna. Lei rimase in reggiseno e mutandine, con gli stivaletti calzati. Tremò per la temperatura, era inverno, e per la sua situazione di totale soggezione alle voglie di quel porco di usuraio, che voleva certamente approfittare di lei nuovamente, dopo il pompino che aveva preteso la sera prima.
Claudio si ...
... avvicinò a lei e protese il viso per baciarla. Aveva il trucco curato ed il rossetto sapientemente steso sulle labbra carnose. Era terribilmente attraente. Visto che lei esitava, alzò la voce e le disse imperiosamente di baciarlo, aprendo la bocca e muovendo la lingua. Glielo spiego con voce ferma: fino a quando il suo debito non era interamente saldato, lei doveva accoglierlo come l’amante desiderato. Doveva farlo ogni volta che lo incontrava da sola nel negozio, all’insaputa di tutti, era il suo modo di riconoscere la sua superiorità, il potere che esercitava.
Lei capì che non aveva scelta ed appoggiò le labbra alla bocca dell’uomo, che immediatamente le ficcò la lingua dentro e cominciò a muoverla. Lei si adeguò, e prese a mulinare la propria lingua con quella dell’uomo, mentre le salive si mischiavano. Lui insisteva, godeva di quella intimità violata che ormai poteva pretendere senza opposizione.
Allungò le mani dietro la schiena di lei e, con una mossa repentina aprì i gancetti del reggiseno di lei. Si staccò solo per farlo scivolare via e lasciarlo cadere sul divanetto destinato ad ospitare i clienti del negozio. Le sue tette, bianco latte e morbide, scesero e ballonzolavano ad ogni movimento. Lui scese con la bocca a leccarle i capezzoli, che prese a succhiare uno ad uno, mentre l’altro veniva maneggiato tra le dita, come a volerlo allungare. Lei lo lasciò fare, le piaceva essere toccata sui capezzoli e si fece tastare e tirare il seno dall’uomo che appariva super ...