Fallo con la lingua. (racconto)
Data: 12/01/2024,
Categorie:
Tradimenti
Autore: ToroRm2020, Fonte: Annunci69
Dopo l’avventura in autobus, in cui Claudia si era goduta il groping di un rozzo bestione fino a un orgasmo da Guinness dei primati, su sua richiesta avevamo cominciato a prendere sempre più spesso i mezzi pubblici.
Ogni volta Claudia si vestiva con cura, indossando gonne cortissime che mostravano il filo sottile del perizoma appena si chinava un po’, cosa che non mancava mai di fare appena notava l’interesse di qualcuno. Spesso mostrava il culo anche alle donne, aveva un sesto senso infallibile nell’individuare quelle che avevano tendenze lesbo o bisex, e si era goduta alcuni notevoli ditalini.
La cosa che la eccitava di più, però, era il fatto che io fossi testimone della sua troiaggine, vedere la patta dei miei calzoni che si gonfiava fin quasi a esplodere.
«Ammettilo» mi diceva ogni volta. «Vedermi fare la troia ti eccita quasi più che scoparmi.»
Mi ero accorto che sempre più di frequente incontravamo maschi arrapati che spingevano i loro cazzi tra le sue cosce per tutto il viaggio, e avevo concluso che doveva essersi sparsa la voce tra i porci della zona. Spesso, quando scendevamo, Claudia mi faceva pulire schizzi di sperma e secrezioni vaginali dalle cosce usando delle salviette per igiene intima, commentandone a volte la quantità.
«Quel ragazzino ha sborrato come un cavallo» mi diceva ridendo, oppure «guarda che roba, ho colato come una fontana.»
Si stava spingendo, e mi stava spingendo, sempre più in là.
Quella mattina, dopo essere scesi dal ...
... pullman, mi chiese di accompagnarla nel bagno di un bar che si trovava vicino al nostro ufficio.
«Devo pulirmi» mi spiegò. «Mi ha allagato.»
Quel giorno avevamo incontrato nuovamente il tipo rasato della prima volta, che era subito corso a mettersi in posizione dietro di lei, finendo con lo svuotarsi i coglioni tra le sue natiche.
Per evitare attenzioni indesiderate, lei aveva preso l’abitudine di portarsi dietro un cambio di abiti e uno spolverino lungo fino alle caviglie, che indossava subito dopo gli incontri in modo da nascondere a occhi indiscreti gli schizzi di sperma e le colate.
Una volta entrati nel bar mi chiese di seguirla in bagno, cosa che non aveva mai fatto prima. Per fortuna il locale era abbastanza ampio da permettere a entrambi di stare comodi.
In pochi istanti si spogliò, mostrandomi il culo sodo impiastricciato di sperma. Avevo tirato fuori le salviette ma lei mi fermò con un gesto.
«Non con quelle.»
«E come allora?»
«Con la lingua» mi propose, con un sorriso lascivo sulle labbra dipinte di rosso carminio.
«Non ho nessuna intenzione di farlo» sbottai. «Levatelo dalla testa. Finché si tratta di usare dei fazzoletti, passi, ma questo no.»
«Bugiardo. Hai il cazzo duro come il marmo» mi fece notare con un sorrisetto. «Se n’è accorta anche la cassiera.»
«Perché adesso ti è presa questa fissa?» le chiesi, rendendomi conto di aver involontariamente preso in considerazione la cosa, anche solo come remota possibilità.
«Perché sono una ...