L'angelo di Ferragosto
Data: 11/01/2024,
Categorie:
Maturo
Autore: giessestory, Fonte: xHamster
... ragazzo.
D’un tratto si fece silenzio e tutti si divennero attenti ai miei gesti.
Con gli occhi bassi e col cuore che batteva all’impazzata, m’inginocchiai davanti a Samuele e iniziai delicatamente ad armeggiare con i bottoni del pantaloncino.
Il suo cazzo, da sotto, gonfiava la patta tendendo la stoffa sottile. Lo sentivo sotto le dita.
Piano piano lo liberai e adesso il suo affare svettava, duro come la pietra.
Nel buio sembrava una grossa melanzana. Lo sfiorai con la punta delle dita:
- Ecco, toccato. Avete visto, no? – dissi, fingendo di aver terminato il mio compito anche se ero certa che la cosa non sarebbe finita li.
Nonostante il fresco della notte estiva, dentro di me bruciavo e anche gli altri ragazzi erano evidentemente eccitati.
- E questo lo chiami toccare? – disse la ragazza infilando la mano sotto il costume del giovane accanto a lei:
- Glielo devi prendere tutto in mano, così! – e anche se non si vedeva bene, si capiva che aveva raggiunto il cazzo del ragazzo e lo stringeva forte, agitandolo a destra e a sinistra, come un manico di scopa.
- Se per te va bene...? – dissi, interrogando Samuele con lo sguardo. Nei suoi occhi leggevo la febbre del piacere: lui non aspettava altro.
Non mi trattenni più... adesso ero un’altra donna. Tra le gambe sentivo un fuoco, un desiderio che non avevo mai provato.
L’eccitazione, troppo a lungo sopita, mi dava la carica e non pensai più a nulla.
Il mondo intorno scomparve: ora desideravo ...
... solo sentire quel pene turgido e liscio riempirmi le mani, desideravo solo donare piacere col mio corpo a quel giovane che impazziva di desiderio.
Impugnai saldamente il membro, era caldo, duro, eretto verso l’alto.
Di sotto, poggiava sullo scroto, gonfio e pieno, morbido come pasta per pizza appena lievitata.
Toccai tutto, carezzai tutto, volevo impadronirmi di quelle sensazioni e gustarmi quel cazzo completamente estraneo; erano anni che trattenevo i miei desideri, avevo conosciuto quasi solo il membro di mio marito, in fondo.
Sapevo masturbare l’uomo, l’avevo imparato da ragazza: ormai che c’ero era inutile fermarsi.
Mi misi di fianco, chinata su Samuele e iniziai a farglielo delicatamente in mano.
Anche la ragazza, stava masturbando il suo amico, lo faceva con più rabbia, più veloce, mentre si concedeva un ditalino pure lei.
La sua mano era nel costume e andava dentro e fuori col dito, ritmicamente.
Nessuno aveva più grande interesse per gli altri, ognuno era perso in se stesso alla ricerca di un piacere fin troppo negato.
- Sublime, sublime... – diceva Samuele, irrigidendosi sulla poltroncina.
Io gli tenevo una mano sulla spalla e l’altra saliva e scendeva, in modo cadenzato, sulla sua asta che superava in altezza l’ombelico.
Andavo svelta in su e poi di nuovo in giù ma con attenzione, aveva ancora la pelle chiusa sul pene e non volevo fargli male. Stavo ben attenta a far sgusciare solo parzialmente il grosso glande, rosso e lucido come un ...