1. Sfregamenti felpati


    Data: 04/02/2018, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Mi trovavo sul convoglio del treno in partenza da Fossato di Vico-Gubbio verso Roma Termini, perché dovevo recarmi all’aeroporto di Fiumicino per andare a prendere mia zia in arrivo da Anversa. Accomodata dinanzi a me c’era lei, per il fatto che ci squadravamo negli occhi esaminandoci di continuo senza proclamare niente. Dopo la sosta presso la stazione di Nocera Umbra, restammo finalmente da soli e intavolammo a dialogare.
    
    Lei, invero, possedeva qualcosa d’astratto e di magnetico nel suo sguardo, quando mi riferì che studiava lingue straniere presso l’università di Perugia, in tal modo divenne maggiormente avvincente e intrigante la mia adorazione per lei, nei riguardi di questa dottrina talmente attraente e invitante. Parlottammo per tutta la durata del tragitto e quando giungemmo a Roma Tiburtina ci salutammo dispensandoci un impreciso quanto voglioso modo di rivederci, senza peraltro indicarci né luogo né modalità. Il giorno seguente, di tarda mattina, bighellonavo per la piccola piazzetta rammentando quello che mi era deliziosamente accaduto in quel viaggio in treno con quella forestiera, finché in maniera insperata la rincontrai. Dopo le consuete formalità l’invitai sperando che lei accettasse di fare un giro pomeridiano a Ladispoli e lei tranquillamente approvò, così dopo pranzo ci vedemmo e con la mia piccola Renault Clio partimmo spediti.
    
    La spiaggia era mediamente affollata e il cielo era debolmente nuvoloso, in quell’occasione ci collocammo sugli asciugamani ...
    ... distendendoci interamente sul quel manto naturale di rena. Iniziavo a conoscere meglio quella ragazza dalla faccia amabile, che viva carnalità diffondeva dai suoi occhi arcani ed enigmatici. Facevamo finta di godere il bagno di quel pomeriggio e di tanto in tanto ci scambiavamo vocaboli. Il tempo trascorreva e nel contempo la calca di persone iniziava ad allontanarsi. Io notavo che lei non dimostrava enorme interesse nelle conversazioni e si comportava con modestia e con un innato riserbo, io catturato da quella lieve insofferenza ponderavo già d’andarmene. Feci un ultimo tentativo per comprendere meglio il suo coinvolgimento nei miei confronti, in tal modo accostai in maggior misura il mio canovaccio al suo.
    
    Lei per la circostanza non palesò nulla, al presente eravamo più vicini e ci sfioravamo con le braccia. Mi guardai attorno, ma intravidi solamente poche persone, dopo m’avvicinai verso di lei osservandola negli occhi, lei mi venne incontro e incominciammo deliziosamente a baciarci, ci tenevamo profondamente incollati in un crescendo continuo di pura e di naturale eccitazione. Stavamo ambedue attendendo proprio che quest’intesa si concretizzasse, finalmente l’avevamo trovata, ebbene sì, un affiatamento tutto da espandere e da incrementare. La presenza delle persone rimaste sulla riva rallentava il nostro istinto incoercibile e travolgente, in quanto non potevamo continuare smisuratamente in quella maniera. La smettemmo per un attimo, eppure l’attrazione fra di noi era ...
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