Senso di turbamento
Data: 09/12/2023,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... moderatore”.
Iniziammo a parlare sull’autobus, visto che nei giorni di pioggia tutto il mondo delle relazioni sociali s’avvicina, si confronta e si restringe. Sul mezzo stavano tutti stretti e pigiati, i vetri erano appannati, su alcuni dei quali s’intravedevano le strisciate delle dita di qualche passeggero, che in preda al panico del vedersi viaggiatore a bordo d’un veicolo in mezzo al nulla voleva mantenere il contatto con la realtà concreta della città, osservandola da dietro una lastra di vetro sporco. Pigiati a tal punto, io e Dark finimmo per trovarci uno strettamente accanto all’altro, cosicché due sorrisi scattarono in contemporanea:
“Io non sto cercando d’approfittare della situazione per stare vicino a te, per davvero. Se vuoi mi sposto, ma temo di non riuscire a superare l’ammasso dei corpi che ci stanno divorando”.
Dark a quel punto sghignazzò, sigillando quell’ostico e vincolante testo, ridendo scompostamente, che narrava in generale le venture della vita e della platea.
“Questo darà a intendere e significherà che io accetterò e sosterrò la tua contiguità fino alla mia prossima tappa” – manifestò lei.
Lei mantenne inalterato e intatto il sorriso, i suoi occhi ridevano con lei e scintillavano d’una luce piacevole e pure rassicurante. M’ingannavo? Forse, perché allora non potevo però certo fare il futurologo né immaginarmi quello che sarebbe successo in seguito:
“Difficile leggere in queste condizioni”.
“Sì, certo, per fortuna non dovrò ...
... superare nessun esame”.
“Che cosa leggi di piacevole, se posso chiedertelo”.
“Certamente, non è materiale segreto. E’ un testo sullo scenario del periodo di Elisabetta I, la regina d’Inghilterra vissuta tra il cinquecento e il seicento”.
“Sì, mi pare d’averne sentito parlare” – dissi io, tra il finto serio e il comico autentico.
“Il periodo doloroso e tragico elisabettiano costituisce un’unità nella storia del teatro, com’è successo per altri periodi storici”.
“Che bello però, trovare qualcuno che conosce la materia. Sai, in realtà non è facile parlare di teatro alle otto del mattino e per di più su d’un autobus”.
“Sì, in effetti, non è da tutti i giorni”.
“Fammi capire, allora t’appassionie t’interessidi teatro, t’incuriosisce dunque. Più precisamente dall’esterno oppure all’interno?”.
“Da dentro, al cento per cento”.
In quel frangente lei rise ponderatamente a fior di labbra con maggior persuasione, perché adesso io cominciavo a incuriosire e a interessare una minima regione marginale del suo cervello di bella donna. La strada da fare era ancora tanta, chilometri e chilometri, ma almeno avevo imboccato la direzione giusta.
“Cioè?”.
“Sono un regista, un coordinatore in effetti”.
Io buttai lì la mia qualifica con il distacco e con la tranquillità di chi t’invita a bere un caffè al bar. Lei non ebbe così l’occasione di ricamarci sopra apprezzamenti né considerazioni varie sul valore di quell’affermazione e sul possibile vantaggio che avrebbe ...