Anna la segretaria
Data: 16/08/2018,
Categorie:
Etero
Autore: benves, Fonte: Annunci69
Quando ho finito il liceo non pensavo che le mie aspettative di laurearmi e diventare una donna di successo sarebbe sfumate così velocemente
Eppure la malattia di mio padre mi obbligò a ridimensionare le mie scelte, a decidere di trovare in fretta un lavoro.
A 20 anni mi ritrovai a dover variare le mie aspettative e mi trovai nell'incertezza del futuro.
Fui enormemente riconoscente al Dottor De Rossi, per avermi preso a lavorare nel suo ufficio, nonostante non avessi un buon curriculum e non avessi alcuna esperienza lavorativa.
Così cominciai a lavorare, per necessità e quasi per gioco, in quello studio legale
Passavo le mie giornate a socializzare con le altre segretarie ed a digitare ciò che lui comandava
All'inizio mi sentivo superiore a loro, delle semplici ragioniere in confronto a me che, nell'esame di maturità avevo avuto il massimo dei voti, e che avevo avuto elogi da tutti i professori e gli amici di famiglia
Ma con il tempo imparai a rispettarle, a provare simpatia verso quelle ragazze.
Vedevo come ognuna di loro fosse completamente devota al capo
Le criticavo mentalmente perché le ritenevo immature, “un classico” pensavo, il capo che si sbatte le segretarie altrimenti le licenzia, da barzelletta
Passarono i mesi, ed in quello studio mi trovavo sempre meglio
C'era sempre qualcosa da fare, non era come trascorrere ore ed ore e marcire sui libri, come ero abituata io prima.
Era rilassante, e poi il computer mi era sempre ...
... piaciuto.
Dovevo ringraziare l'Avvocato De Rossi per avermi insegnato tutto con calma, d'avere avuto
pazienza con me.
Quella sera eravamo rimasti sono noi due “puoi andare a casa Alessia” mi disse con voce ferma e calma
“posso continuare da solo” mi disse il Dr. De Rossi
Risposi che volevo continuare ad aiutarlo, che sarei stata al suo fianco tutta la sera, fin quando quel lavoro non fosse stato terminato.
Feci una telefonata a casa avvisando dell'imprevisto e mi rimisi a lavorare.
Rimanemmo fino a tardi a lavorare, non potevo fare altrimenti, perché ero troppo riconoscente verso di lui di avermi dato una chance di mantenere la famiglia con quello stipendio.
Ma forse non era solo questo: forse quella rabbia e quelle critiche verso le colleghe erano delle manifestazioni palesi della mia gelosia, forse mi piaceva, e molto.
Si mise accanto a me, portò del cibo che aveva comprato al supermercato sotto e del buon vino
“avevo comprato solo per me” disse sorridendo mentre lavorava accanto a me
Potevo osservare attentamente i tratti del suo viso, le piccole rughe di espressione che ormai lo solcavano,in quell'espressione intenta a concentrarsi sul lavoro
Potevo osservare la sua pancetta che lo rendeva ancora più affascinante e sensuale e gli dava più
autorità
Il suo abbigliamento formale, i suoi occhiali, la sua chioma ormai sfoltita e coronata da diversi capelli bianchi.
In quel momento sentii qualcosa dentro di me, una forte attrazione verso ...