1. Marisa 2


    Data: 03/02/2018, Categorie: Tradimenti Autore: Troy2a, Fonte: EroticiRacconti

    ... chiesi.
    
    “No! Sei scemo? Mi piace scopare con lui, ad essere sincera godo più che con te, mi fa stare bene anche quando non scopiamo. Ma io amo solo te ed è con te che voglio stare. Quindi, se non vuoi che lo vediamo più, non lo vedremo. Anche se mi dispiace.”
    
    Rimase ferma, incombendo su di me, nella posizione che aveva assunto per parlarmi, con il seno che sfiorava il mio petto. Attendeva che dicessi qualcosa, ma io restavo in silenzio a guardarla ed a pensare che forse era arrivato il momento di lasciarla, che avrei trovato qualcun'altra da scopare.
    
    “Quindi?” la sua voce, dal tono secco, ma non irritato, mi convinse a riemergere dai miei pensieri e ad articolare una risposta immediata.
    
    “Domani ci andiamo!” risposi ed il suo viso si illuminò, prima di precipitare su di me a riempirmi di baci.
    
    Oreste non sembrò sorpreso di vederci, ma contento sì. Parò bene il solito salto con cui Marisa si fiondò tra le sue braccia e non si sottrasse alle sue labbra. Io mi guardai intorno: per strada, fortunatamente non c'era nessuno. Lei prese l'iniziativa: ci prese per mano entrambi e ci condusse in camera da letto. Ormai conosceva bene quella casa. Si spoglio subito, senza parlare, offrendosi alle sue mani che sapevano sapientemente accarezzarla.
    
    Io presi il mio solito posto, sulla poltrona, vicino alla porta: sarei potuto scappare in qualsiasi momento ed i due porci, probabilmente, se ne sarebbero accorti solo dopo essersi appagati. Ma neanche questa volta lo feci: ...
    ... restai a guardarli, con Marisa che lo cavalcava nel suo solito modo, alternando trotto a galoppo, movimenti sussultori a quelli ondulatori. Poi lui la tirò giù, a forza, tirandola dalle braccia, la baciò quasi con violenza. Quindi, sempre tenendole il capo, le sussurrò qualcosa nell'orecchio, che io non riuscii a sentire, anche perché utilizzo l'orecchio opposto al mio punto di osservazione, coperto dal capo di lei Marisa rispose con lo stesso bisbiglio, ma stavolta io ebbi modo di sentire la risposta e di risalire anche alla domanda.
    
    “Sono ancora vergine lì!”
    
    Restarono così: il capo dell'una accanto al capo dell'altro, fino a che lei non si sollevò, guardandomi con fierezza, quasi con tracotanza.
    
    “Hei, cornuto! Vuoi essere il primo a rompermi il culo? Bada che non mi fermo!”
    
    Non mi aveva mai chiamato cornuto, non mi aveva mai parlato con quel tono. Capivo di dover essere arrabbiato, ma sentivo, invece, un'eccitazione mai provata prima. “Troia!” pensai “Questa è la prima e l'ultima volta che me lo dici. Hai chiuso!” Ma tutto rimase dentro di me.
    
    “Mi sembra più giusto che sia lui a farlo. D'altronde, l'iniziativa l'ha presa lui, no?”
    
    “Hai ragione!” rispose, senza neanche tentennare per un attimo. “Come vuoi che mi metta?” chiese, rivolta ad Oreste.
    
    Lui non rispose. Con un'incredibile delicatezza, che contrastava con la veemenza con cui lei lo aveva cavalcato, la fece alzare in piedi, la piegò sul letto, a gambe larghe e, ponendosi alle sue spalle, cominciò a ...