1. Rebecca


    Data: 11/08/2018, Categorie: Etero Autore: octavious, Fonte: EroticiRacconti

    Un’estate tornai in città intorno a Ferragosto, avevo fatto due settimane al mare con mia moglie e il mio bimbo piccolo. Una vacanza nei programmi ma in realtà molto stressante tra viaggio in auto e gestione della famiglia. Zero relax e ancora meno intimità di coppia, mia moglie non è una che fa sesso volentieri, era stanca anche lei a fine giornata e il bambino dormiva nella nostra stanza. Dopo una giornata di stimoli, vedendo tutte le ragazze in bikini che mi passavano davanti in spiaggia, ho provato a insistere ma quanto sono riuscito ottenere è stato una doccia insieme, veloce, con sega. Non ero neanche venuto perché il bambino chiamava e ho dovuto finire da solo.
    
    Al ritorno in città andai a fare il tagliando all’auto, in una delle poche officine autorizzate aperte in quel periodo. Non ero stato il solo ad aver avuto quella idea, c’era una coda lunghissima e in officina mi hanno detto che c’era da aspettare almeno tutta la mattina. Faccio due passi nella zona, una strada con officine, piccole fabbriche, condomini e niente di più, deserta in quei giorni eccezion fatta per i miei “compagni di tagliando”. Mi sono fermato a un centro commerciale e ho fatto un giro dentro, prendendo un po’ di aria condizionata. Non avevo niente da acquistare così non passai molto tempo lì. Era pomeriggio, appena dopo pranzo. Uscii e mi fermai al chiosco bar che sorgeva nel parcheggio, ordinai una bibita fresca e mi sedetti al tavolino di plastica che faceva da dehors.
    
    Mentre sorseggiavo ...
    ... la bibita e perdevo tempo sullo smartphone, dall’altra parte della strada vedo attraversare una ragazza bassa con un gran davanzale. Aveva degli short, delle infradito e una maglietta che le sue tettone rendevano aderente. Bionda con la coda di cavallo, indossava occhialoni da sole. Ciabattando arriva allo stesso bar dove stavo io, ordina anche lei qualcosa e si va a sedere in un tavolino dietro di me.
    
    Ad un certo punto sento la sua voce chiede se prende, intendendo se lo smartphone ha campo. Io mi giro e rispondo che non ho problemi e così iniziamo a chiacchierare. Si parla del wifi del centro commerciale, che ogni tanto si riceve anche nel parcheggio dove siamo e rispondo che è un buon servizio per chi passa di lì o chi abita in zona e non ha internet a casa. Mi lamento del deserto di quelle zone di periferia, specie di estate e lei dice di abitare lì vicino.
    
    Poi lei finisce la bibita e si alza, passandomi vicino per andare a buttare la lattina vuota mi comunica che se voglio un po’ di ombra c’è un parco dietro casa sua, indicando al di là della strada. SI offre di accompagnarmi.
    
    Io accetto, anche se non avrei dovuto fidarmi troppo. Così ci incamminiamo insieme verso un palazzo lì di fronte, mi lascia all’angolo di una stradina e mi indica dove si trova il parco, lei sarebbe tornata indietro al centro commerciale a comprare un paio di cose che le servivano.
    
    Ringrazio e la saluto.
    
    Al parco in effetti c’è ombra, e mi fermo su una panchina a guardare i social. ...
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