1. Il regno di orgàsmia - 01


    Data: 10/08/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: zortonaldo, Fonte: Annunci69

    Siamo in un magico medioevo inventato dove sono possibili diverse cose che saranno narrate secondo i capricci e gli umori (uh, siii: gli UMORI!!!) dello scrivente.
    
    Il Regno di Orgàsmia si estende in una morbida valle di pascoli, boschi e campi coltivati a segale (no, non è un caso che si trattasse di SEGA-LE).
    
    Il Re Frenulazzio 69° regnava da diversi anni con saggezza e lascivia. A lui era dovuta la reintroduzione dello ius primae noctis che lui aveva saggiamente rivisitato. A differenza della tradizione, non consisteva nel diritto di giacere per primo con la novella sposa ma nell’invito a partecipare ad un rito orgiastico a corte a cui erano invitati entrambi coniugi.
    
    L’unico piccolo sacrificio che il regnante esigeva in cambio della festa a base di libagioni, musica e trombate era di introdurre il suo reale scettro di carne intostata negli orifizi dell’una ma anche dell’altro.
    
    Sì, cari amici, Re Frenulazzio 69° era discretamente bisessuale. E, in virtù di ciò, la Costituzione di Orgàsmia prevedeva degli sgravi fiscali e altri benefit per chi lo fosse. Capite bene perché il 98,57% degli abitanti maschi del regno aveva lo sfintere spanato...
    
    A corte, tra i tanti lavoranti, c’era anche una fattucchiera - Slabbrinia - che preparava nel suo laboratorio personale la "Libidina" - un rinforzino afrodisiaco che teneva allegri i sudditi del regno.
    
    Con l’incremento demografico - la televisione non era ancora stata inventata - il fabbisogno della pozione cresceva ...
    ... costantemente.
    
    «Maestà! Non ce la faccio a produrre sufficiente Libidina. Ho bisogno di un aiutante.»
    
    «E io cosa posso fare? Te lo cago?»
    
    «No, permettetemi di indire un bando.»
    
    «Va bene. Indici un bando e tienimi aggiornato!»
    
    «Sì, sire!»
    
    «Ah, già che sei qua, ci facciamo una sveltina in piedi?»
    
    «Qui? Nella sala del trono?»
    
    «Beh? Ti vergogni?»
    
    «Ci sono le guardie...»
    
    «Si faranno una sega mentre guardano. Le guardie guardano. L’etimologia è una scienza esatta!»
    
    Slabbrinia si sollevò la gonna (non portava biancheria intima) e si piegò a novanta appoggiandosi al bracciolo del trono. Frenulazzio avvicinò il volto a quelle belle candide chiappe e diede qualche generosa slappata. Poi introdusse il dito medio per saggiare il livello di umidità.
    
    Slabbrinia gemette.
    
    «Ti piace, eh?»
    
    «Eh, sì... Il sesso mi appassiona.» mormorò.
    
    «Sei una brava suddita. Pronta all’agganciamento?»
    
    «Sì, Maestà! Inserite lo scandaglio..!»
    
    «Mi piaci perché conosci tante parole.» dopo aver dispensato il complimento, Frenulazzio guidò il suo regale uccello nelle calde umidità della fattucchiera. E la stantuffò per qualche minuto ad occhi chiusi. Le due guardie a lato, estratti i loro cazzi lucidi presero a masturbarsi. Una delle due, però, posò l’alabarda a terra e si avvicinò al collega. Si mise in ginocchio e lo spompinò.
    
    Frenulazzio, aperti gli occhi di uno spiraglio, vide la scena e se ne compiacque ma, dopo un po’, affaticato dalla scomoda posizione, uscì da ...
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