La prima volta di Elena – cap 1
Data: 30/09/2023,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Tradimenti
Autore: 1945, Fonte: RaccontiMilu
... una Fiat Cinquecento rossa. Poca cosa forse oggi, ma allora erano pochi i giovani che avevano un’auto.
Che fosse più grande di me e che avesse più esperienza di me lo capii presto.
La prima volta che con la sua Cinquecento uscimmo da soli si fermò in un luogo appartato e mi ritrovai la sua lingua in bocca a scavarmi come non mi era mai successo. Le sue mani, che non riuscivo a fermare, vagavano sul mio corpo cercando di toccare punti che nessuno aveva mai provato a toccare.
La mia resistenza lo fece desistere, ma fu solo un rimando.
I giorni ed i mesi passavano e noi eravamo una coppia fissa conosciuta da tutto il piccolo paese e soprattutto dai nostri genitori.
Eravamo agli occhi di tutto ormai fidanzati ed allora, specialmente nei paesi di campagna, ci si sposava presto.
Lui aveva una voglia sfrenata di fare sesso. Spesso mi chiedeva quando avremmo fatto l’amore per intero. Diceva proprio così. Io rimandavo quel momento al matrimonio; un po’ per mentalità, un po’ poiché ci credevo davvero.
La prima notte, il sogno di ogni ragazza (forse d’allora).
Non che escludessimo tutto. Il cammino era segnato e con molta pazienza mi convinse nel buio dell’auto prima a masturbarlo da sopra i pantaloni e poi a prenderlo in mano per delle “seghe” che si concludevano velocemente con il suo piacere.
Aveva un pene lungo e magro, pareva una banana. Provò una volta ad invogliarmi che lo prendessi in bocca. Non ne ero convinta. mi sembrava una cosa sporca. Ci faceva ...
... pipì e voleva che lo prendessi in bocca?
Ma per farlo contento, era il mio fidanzato e futuro sposo, già si parlava di sposarsi dopo la successiva estate, ci provai.
Avevo ragione io. Dopo i primi bacetti sulla sommità volli che lo prendessi in bocca. Mi parve di sentire l’odore di pipì ed ebbi un conato di vomito.
Mi ritrassi schifata e da quel giorno, nonostante ci riprovasse, non volli più toccarlo con la bocca. Si rassegnò.
In compenso perfezionai sempre più l’arte della masturbazione facendolo felice con poco e rimandando il resto a dopo il matrimonio.
Dopo un paio di mesi ero diventata una esperta nel ”segarlo” Sapevo come tenerglielo in mano e manovrarlo, ed ero in grado di farlo venire a mio piacimento in pochi minuti.
Spesso notavo il suo voler “resistere alle mie mani sul pene” per prolungare il tempo che l’avrebbe portato al piacere, ma ero troppo brava.
Gli piacevano molto le mie seghette e consolidando il nostro intimo rapporto, eravamo insieme da più mesi, a volte giocavamo su questa mia capacità di portarlo al piacere quando volessi. A volte mi sfidava: questa volta resisto almeno cinque minuti.
Poveretto; sapevo tutto di lui e del suo pene e di dove e come toccarlo e quando e con quale intensità. Tre, quattro minuti al massimo e il suo sperma sgorgava impregnandomi la mano o le mani. Dipendeva da quale tecnica avevo usato per masturbarlo. Non si arrabbiava per ciò, anzi diceva che aveva le mani d’oro e così soddisfatto lo tenevo buono e ...