Il più bel cazzo della mia vita
Data: 30/09/2023,
Categorie:
Etero
Tradimenti
Autore: pink_, Fonte: RaccontiMilu
... può avere.
Non avevo mai avuto a che fare con una bestia del genere, non ho esitato, mi ci sono avventata famelica.
È lì è partita la musica.
Questo, magari, è un pensiero da ubriaca, ma io ho sempre pensato che il cazzo da succhiare è come uno strumento musicale.
Un concerto di voci sussurrate, ansimate e dolci risate strozzate.
Le note acute prima, poggiando le labbra sulla cappella, lasciandoci sopra i più morbido fra i baci, dio che buon sapore che hai. La discesa lungo l’asta, con la punta della lingua, graduale scala di mezzotono alla volta.
L’accordo pieno delle palle, strizzate dai pantaloni, assaporate con dispetto, col tempo che inizia ad accorciare i battiti.
È quando poi te lo infili tutto in bocca che il tema musicale si infiamma, come certi capricci di violino singhiozzante. Quel verso che fate, quando una donna vi spompina come si deve, quel ringhio trattenuto vale più di ogni cosa, sorprendervi e addomesticarvi, farvi suonare la melodia del maschio che si fa animale, mentre le labbra strette si lasciano scopare con un piacere che è autentico solo se reciproco. Perché nei tuoi ululati da animale io mi scioglievo fra le cosce, più godevi e più mi bagnavo, libera finalmente, libera di essere donna e porca, femmina e puttana.
È triste, lo so, ma non posso negare a me stessa che tutta quella voglia di succhiare il cazzo di un uomo non ce l’avevo da un sacco di tempo e mi mancava. Dio se mi mancava.
Ho sentito la tua mano che mi ...
... accarezzava la schiena, che scendeva a stringermi il culo. Ti piaceva, lo so che ti piaceva.
Era il preludio, sapevo già che poi ti avrei costretto a fermarti, ti avrei portato nel primo campo disponibile e mi sarei presa la mia parte, guardando le stelle.
L’ho sentito vibrare contro la mia guancia deformata, grosso e prepotente, chissà quante donne lo avevano avuto prima di me e adesso era tutto mio, solo mio.
Tutto giù fino in fondo e ancora tanto ne restava fuori, sono fuori allenamento, scusami, avrei voluto dirti ma ti piaceva possedere la mia bocca, ti piaceva sempre di più.
Meccanica folle della memoria, rivederti in quel momento, in uno qualsiasi dei nostri caffè presi in ufficio, rivederti ed eccitarsi ancora di più per averti prima desiderato e infine avuto.
Tradire mio marito per un capriccio.
Chissà cosa dirà quando mi rivedrà.
Poi hai iniziato a muovere il bacino, come volessi soffocarmi, quasi mi facevi male ma non avrei smesso per niente al mondo, volevo il tuo piacere.
E l’ho avuto.
Tutto in bocca.
Ricordo poco di quello che è successo dopo.
È stato tutto così forte, così intenso.
L’urlo roco che annunciava il tuo orgasmo.
Il tuo sapore sulla lingua, cercare di prenderlo tutto, senza perdere una goccia.
La tua voce che si accende in un grido di incomprensibile terrore.
E la macchina che sbanda, lo stridore delle gomme sull’asfalto.
Poi ho volato.
Non so quanto ho volato.
Leggera.
Incredibilmente leggera.
È ...