Quella troia di mia cugina
Data: 18/09/2023,
Categorie:
Tradimenti
Autore: rispettoso8, Fonte: Annunci69
... turgore del labbro tra i denti tradivano la tensione. Giunsi lentamente vicino a lei, quasi sfiorandola. Aveva abbassato gli occhi… era ansiosa, affannata, attratta e confusa. Con perfida lentezza sciolsi il nodo dell’accappatoio, lasciando scoperto un sesso pulsante e di marmo. Non che io sia un adone o abbia un corpo da culturista, ma quel corpo nudo scolpito da qualche mese di sacrosanta palestra per il vuoto che la circondava, dovette sembrarle sconvolgente. Se pochi giorni prima c’era la scusa dell’alcool, io che agivo e lei che subiva… ora era sola davanti ad un cazzo duro e ad una scelta… da cui Lei stessa, sapeva non sarebbe più potuta tornare indietro.
Nervosa, si morse il labbro, chiuse gli occhi abbassandoli.. inghiottì. Solo un bisbigliò: “ho paura…” una lacrima nervosa fece capolino nei suoi occhi. Con una mano le feci una carezza, con l’altra impugnai il cazzo, lo puntai sul suo viso e menandolo piano lo puntai su quella lacrima, seguendo la sua scia per indirizzarlo poi alla sua bocca. Ebbe un brivido, ma non si scostò: il fremito delle sue labbra, segnò il primo bacio, osceno, di quel rapporto maturo ed incestuoso.
Il cazzo entrò per pochi centimetri, un nulla rispetto ai profondi ingoi a cui l’avrei presto educata. Le feci appoggiare il viso alla vita, bloccandole la testa con una mano mentre con l’altra continuavo a segarmi piano facendole scivolare il cazzo dentro la bocca, muovendomi lentamente dentro di lei, fino a farla sentire riempita e ...
... avvolta. Prossimo all’orgasmo mi segai più forte per venire sulla soglia di una bocca semiaperta, di una testa bloccata, versandole tutta la sborra incandescente di vent’anni di seghe.
Sentivo la sua tensione, ma accettò in silenzio quello che fu per lei non un atto d’amore, nè di sesso, né un gioco, né un sentimento: quanto il sigillo di un patto, l’ufficio di un rito di iniziazione. Le spinsi su, piano, il mento e ad occhi chiusi, paonazza in viso, le chiusi la bocca, intimandole di inghiottire.
Lo fece assorta e consapevole, come la ricordavo nel filmino della prima comunione, nel momento dell’eucarestia.
Ricordo il silenzio irreale e la calma rovente che seguì. La spinsi indietro facendola poggiare comodamente sul divano e mi abbassai verso la sua figa. Scostai i lembi del suo accappatoio e separai lentamente le sue gambe senza incontrare resistenza. Mi immersi tra le sue cosce, per riemergere solo minuti dopo, una volta fatta partire, per poter ammirare, finalmente e comodamente, quei seni troppo grandi per la decenza e una figa perfetta, stranamente curata, quasi illibata, infantile, all’incrocio di due cosce tornite in un corpo tonico di cure, creme e palestra.
La feci godere a lungo solo con dita e lingua e non so quante volte venne; ma era bello osservare gli effetti del sesso sul corpo della mia cuginetta: gonfi e larghi capezzoli dalla punta grande e dura, ondeggiavano al ritmo di un sorriso affannato e di spasimi frequenti provocati da un solo polpastrello ...