Uno studio in bianco (Capitolo 1)
Data: 12/09/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Etero
Tradimenti
Autore: Alex_88, Fonte: RaccontiMilu
L’afa non accennava a dargli tregua in quel torrido pomeriggio di fine estate. Quel cazzo di ventilatore da tavolo non faceva altro che spostare aria calda e umida su di lui; inutilmente. La camicia, madida di sudore, aderiva come un guanto alla sua schiena impiastricciata, graffiando come carta vetrata. Si era sempre detto che solo i coglioni lavorano a ferragosto, ma da quando quella troia della sua ex-moglie pretendeva oltre la metà del suo stipendio. Aveva dovuto rinunciare a tutto: la casa al mare, l’attico in centro, persino l’Audi A8, nuova fiammante, che era stato costretto a restituire al concessionario. E tutto per una stronza che aveva deciso di succhiarlo ad un altro. Dopo quindici anni di matrimonio, e senza che ci fosse mai stata l’ombra di un litigio. Ed era quella la cosa che gli faceva più male, perché non le aveva mai fatto mancare nulla. In quindici anni l’aveva sempre rispettata, sempre considerata sua pari. Si erano sempre detti di appartenersi l’un l’altra. Un cumulo di cazzate insomma; soprattutto visto che lei da tempo aveva deciso di aprire le gambe ad un altro. Ed, oltre al danno, la beffa! Suo suocero, principe del foro, era riuscito a fare in modo che durante il processo il giudice si schierasse deliberatamente a favore della sua ex-moglie. “Sentenza con addebito”, in linguaggio giuridico si dice così. Anche se era stata lei a mettergli le corna, a quanto pare il fatto non sussisteva, e a lui toccava pagare per essere stato un marito “assente e ...
... scostante”. I miracoli di qualche mazzetta sottobanco, di questo era sicuro, ma come dimostrarlo? Alla fine le spese di un eventuale ricorso in appello non avrebbero fatto altro che gravare ancor di più sulla sua già precaria situazione economica. Cosa fare allora? Nulla; non fece proprio nulla. Suo suocero riuscì anche a farlo licenziare; dopotutto era di gran lunga più facile liberarsi di lui piuttosto che ammettere che sua figlia era una troia. Per questo era stato costretto ad aprire un piccolo studio da investigatore privato in periferia. I prezzi d’affitto lì erano molto più abbordabili, e, non di meno, incluso nel pacchetto c’era anche il piccolo appartamento che già da un mese divideva con la nuova inquilina sudamericana: Dolores.
Il campanello trillò all’improvviso. “Un cliente?” – si chiese speranzoso, anche se, con la fortuna che si ritrovava ultimamente, sarebbe stato sicuramente uno scocciatore, o peggio una coppia di testimoni di Geova. Nel tragitto che lo divideva dalla porta cercò di darsi un tono, affrettandosi ad aprire allo sconosciuto avventore. Un’avvenente morettina, fasciata solo da un elegante tubino a fiori, si fece avanti sotto la luce sommessa delle sue applique. La sua lunga chioma, riccia e voluminosa, era tenuta su da un paio di ferrettini ai lati del capo, dando modo a chiunque di osservare la sottile linea del mento e l’elegante contrasto tra la pelle diafana e le labbra carnose e tinte di rosso. – Buonasera – disse la donna con voce sottile ...