1. La saga di giuliana – 1 – come ebbe inizio


    Data: 09/09/2023, Categorie: Etero Autore: Antolaro, Fonte: Annunci69

    ... lei, facendole scendere l’ultimo gradino e quando finalmente si voltò, aveva un volto terribilmente eccitante.
    
    Poi la guardò per intero e vide che aveva la gonna rimasta ancora alzata fino alla vita, agganciata al tanga che ora era lì in bella mostra mentre a stento nascondeva i pochi riccioli che aveva intorno alla vagina e con un seno che faceva capolino dal vestito aperto davanti.
    
    Giuliana chiuse gli occhi e lasciò che lui la ammirasse.
    
    Questa volta lui agì senza frenesia e con calma e decisione prese a sbottonarle completamente il vestito, quindi armeggiò con i ganci del reggiseno senza che lei mostrasse alcuna reazione.
    
    Le tette, finalmente libere, uscirono fuori in tutta la loro prepotente bellezza: era uno spettacolo con il vestito ai piedi, il minuscolo tanga e quelle tette strepitose sulle quali, dopo un attimo, si appoggiarono le labbra di Rino che prese a baciare con voluttà i capezzoli.
    
    “Ma dai, sei pazzo, mi hai spogliato completamente se viene qualcuno? Ma cosa ti sei messo in testa?” provò a protestare debolmente.
    
    Lui non rispose, ma avvicinò le labbra a quelle di Giuliana che, in un rigurgito di pudore le tenne chiuse; ma fu solo un attimo, perché subito dopo lei si lasciò andare rispondendo al bacio e aprendosi completamente al bacio del collega il quale, temendo quasi che lei potesse ripensarci, la spinse contro il tavolo facendola stendere e provando ad abbassarle il tanga.
    
    Lei stavolta provò a reagire scostandogli la mano, ma ...
    ... rimase comunque lì stesa quasi completamente nuda, disponibile, invitante.
    
    Lui le andò sopra riprendendo a baciarle le tette, poi si fermò e disse: “Vieni, andiamo nella stanza del professore che c’è quel divano grande”.
    
    Giuliana ne approfittò per provare un’ulteriore pudica, quanto debole resistenza: “Noi dai, smettiamola, se viene qualcuno, qui ci cacciano tutt’e due”.
    
    Rino sembrò non averla neanche udita, la prese per mano e la trascinò nella grande stanza del professore, con lei che riusciva a camminare a fatica per via del vestito che rimasto attaccato al tanga le finiva spesso sotto i piedi.
    
    Non accese neanche la luce, tanto dalla vetrata filtrava la luce del corridoio e mentre Giuliana continuò nella sua flebile protesta, lui la strinse palpandole con forza i globi belli sodi del suo culo spingendola, contemporaneamente verso il grande divano.
    
    Lei sentì il divano dietro di sé e ancora una volta cercò di opporre una qualche resistenza provando inutilmente a rimanere in piedi, quindi lui continuando a fissarla con voluttà, prese a togliersi la camici.
    
    Giuliana viveva una situazione quasi irreale, le sembrava di non essere lei la protagonista, ma di assistere ad un film.
    
    Ad un certo punto si vergognò di essere lì su quel divano, nella stanza del professore, dove altre volte si era seduta per riunioni e dove aveva sempre provato a fare bella figura per le cose che diceva e per l’impegno nel suo lavoro, mentre ora in quello stesso luogo stava stesa, quasi ...
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