La taverna (parte 4)
Data: 03/09/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Kugher, Fonte: EroticiRacconti
Probabilmente in quel momento era una maschera irriconoscibile.
I capelli ormai non avevano più niente che ricordasse la perfetta pettinatura dell’uscita dalla villa.
Il trucco era sfatto e dagli occhi scendevano le righe dell’eyeliner.
Il vestito era stato strappato fino all’inguine per consentire la penetrazione, e sul petto per far loro leccare e mordere le sue tette.
Dicevano che era bagnata.
Non era bagnata, era umiliata, cazzo!!!
Quella maledetta umiliazione che non le faceva capire più nulla e l’avrebbe portata a fare tutto ciò che le venisse ordinato.
Lei, gran Signora, omaggiata, riverita, viziata da tutti, trattata con deferenza, lei si eccitava nell’essere umiliata, e in quel momento lo era e la figa bagnata lo stava rivelando.
Cominciò a essere parte attiva nella cavalcata.
“La troia sta danzando, allora facciamola ballare”.
Ballare?
Cosa significava?
La fecero alzare e liberarono il centro del locale.
Cosa avevano in mano?
Se ne accorse quando venne colpita sulla schiena.
Era una frusta. No, erano tre fruste.
Loro avevano formato un ampio cerchio e lei era in mezzo, leonessa tra domatori o schiava tra Padroni?
Cercava di scappare ma appena si allontanava verso l’estremità del cerchio degli aguzzini le arrivava una frustata che la richiamava.
Così correva da un’altra parte e le arrivava un'altra frustata.
Tra un passaggio e l’altro le strappavano con la frusta o con le mani quel che restava del ...
... costosissimo vestito che le era stato regalato per il suo compleanno.
Già, il suo compleanno. Lei stava andando a festeggiare il suo compleanno.
L’abito firmato che le fasciava il corpo era a brandelli e lo trovavano eccitante.
Si vedevano la figa, le tette, i segni della frusta.
Il trucco sfatto e i capelli in disordine le davano un eccitantissimo aspetta da preda.
Ecco, preda. Era una preda da catturare e domare.
Frustate.
Aveva perso il conto e loro erano sempre più eccitati.
La sua schiena era segnata.
Le avevano colpito anche le tette.
Cazzo se ci sapevano fare con quell’arnese!!!
L’aveva sempre eccitata la frusta sulla sua pelle.
L’umiliazione nel sentirsi preda le faceva tremare lo stomaco. Non si accorgeva del lago tra le cosce.
Gli uomini apprezzarono la sua figa. Lei stessa ne era sempre stata orgogliosa. Aveva una figa bellissima, curata e depilata.
Sospesero di frustarla per farla piegare a 90 gradi ed ammirarla.
Quanto si sentiva esposta in quella posizione, con quei tre uomini che la guardavano come fosse una preda catturata.
Ma lei era una preda catturata.
Umiliazione, ancora umiliazione.
“Ma è bagnata davvero questa gran Signora”.
Ripresero a frustarla sempre tenendola nel cerchio.
Cadde a terra.
Strisciò verso uno di loro implorando di smettere.
Stava piangendo, complice anche la tensione. Non aveva iniziato in quel momento ma tempo addietro. Quanto addietro? Non lo sapeva.
Da quanto era lì?
Non lo ...