1. Il prezzo della sottomissione (parte 10)


    Data: 07/08/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Kugher, Fonte: EroticiRacconti

    Quando la cena finì e le tolsero i morsetti, si accasciò sulla tavola, quel tanto che lo spazio le consentiva, quasi grata per poter riposare un poco da quella posizione che, di per sé, era una tortura, senza contare il dolore provocato dalla ripresa circolazione del sangue nelle zone strette dai morsetti, sopratutto i capezzoli.
    
    Eppure non pensò nemmeno per un attimo che quello non fosse il suo posto, troppo presa da quanto stava accadendo, dall’aria che si respirava.
    
    I Padroni erano troppo eccitati e non si curarono certo della sua sofferenza.
    
    Sempre Monica:
    
    “Dobbiamo aiutare questa schiava a pulirsi la schiena”.
    
    Era un tono denigratorio, come se già sapesse la risposta. Simona ascoltava, passivamente, senza pensare.
    
    Niccolò le rimise il guinzaglio e la fece scendere dalla tavola.
    
    Lei lo seguiva, passivamente. Solo il giorno dopo avrebbe elaborato le sensazioni. Adesso le viveva e basta, conscia dell’eccitazione intorno a lei e del fatto che lei ne era la causa. Almeno questo pensava. In realtà la causa era la fantasia dei presenti. Lei era solo lo strumento.
    
    Non prestò attenzione a quanto stava accadendo alle sue spalle mentre il Padrone la portava davanti al muro al quale le fece appoggiare le mani, sbilanciando in avanti il peso del corpo.
    
    Se ne accorse al primo colpo di scudiscio, quando emise un grido, non aspettandoselo, sentendosi amplificare il dolore per la sorpresa e, sicuramente, per la pelle già resa delicata dalla cera ...
    ... calda.
    
    “Monica, sarebbe imbarazzante spiegare all’amico Questore cosa sta accadendo qui, se questa schiava continua a gridare”.
    
    La voce di Niccolò era canzonatoria. La registrava ma non la elaborava. Si limitava a viverla.
    
    Fu Luisa a prenderla per i capelli e a rimetterla a posto contro il muro mentre Monica, sorridendo, si tolse le mutandine bagnate dalla sua eccitazione e le infilò in bocca alla schiava.
    
    Simona non ci provò nemmeno a contare le frustate che le diedero e che continuarono anche quando l’ultimo pezzo di cera era stato tolto, molto tempo dopo che aveva iniziato a piangere, questa volta non per la tensione ma per il dolore.
    
    I Padroni si alternavano con la frusta e, nel frattempo, continuavano a gustare il prosecco freddo.
    
    Poco prima di terminare, Monica (sempre lei, la più sadica) la prese da dietro per i capelli facendole alzare il viso.
    
    “Non sai da quanto tempo desideravo frustarti”.
    
    Se la portarono, a turno, in camera, per usarla sessualmente e godere con calma.
    
    Prima Ernesto e Luisa.
    
    Mezz’ora dopo la riportarono in sala tenendola per il guinzaglio.
    
    Toccò poi a Luigi e Monica, mentre gli altri aspettavano in sala bevendo.
    
    Fu la Padrona a riportarla in sala, mentre suo marito era rimasto a letto a riprendersi.
    
    “Con la lingua è una bomba questa puttana, Niccolò”.
    
    Il Padrone se la tenne per la notte, quando tutti gli altri andarono via.
    
    Non ebbe la forza di cenare ma si accoccolò tra le braccia dell’uomo sul grande letto dopo avere ...
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