Le due regole: seconda notte
Data: 15/08/2023,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: TomasJ, Fonte: Annunci69
... pare ancora molto strano.
Mentre sono scopato da Roberto, ho la bocca di fronte al polacco che, noto, non ha ancora tirato fuori il cazzo. Vedo che i pantaloni, però, sono davvero pieni e quindi immagino sia già in erezione.
Invece di slacciarsi la cerniera, vedo però che si apre la cintura e poi si sfila i pantaloni. Rimane a gambe nude e in slip: un paio di slip bianchi che scoppiano sul pacco. Inizio ad essere perplesso in merito alle dimensioni del cazzo polacco.
Intanto Roberto si è messo in ginocchio dietro di me e mi sta scopando alla grande senza sosta: fuori e dentro senza alcuna pausa.
Mentre godo, la mia attenzione è sul paccone di Raf. Finalmente abbassa gli slip e rimango esterrefatto: non ha un cazzo ma una enorme proboscide di carne che, ancora non del tutto dura, si espande in avanti lungo tutta la coscia.
Ma non è tutto: in fondo a quella nerchia mostruosa c’è una cappella come non l’avevo mai vista, enorme e sproporzionata. Faccio fatica a crederlo ma mi pare abbia quasi la dimensione di una pallina da tennis.
Mi irrigidisco e ho un brivido lungo la schiena.
Ecco che i due uomini tornano a ridere di gusto ma questa volta comprendo bene il perchè.
“Ti avevo detto che stasera ti sarebbe arrivata una sorpresa, troia! Adesso non agitarti, vedrai che ti facciamo godere”.
Devo, a questo punto, aprire una doverosa parentesi. Nella mia vita ho preso davvero tanti cazzi, di ogni dimensione. Ma un cazzo come quello che ho davanti ora, ...
... così enorme, mi è capitato soltanto un’altra volta. Parlo di cazzi che non sembrano nemmeno di uomini, tanto sono grossi, ma fanno più pensare a quelli di qualche animale o figura mitologica. Quella volta, la prima, fu con un ragazzo magrebino abbastanza giovane. Quando me lo trovai davanti in erezione mi spaventai e tentai di spompinarlo ma, ovviamente, senza successo: nessuno può riuscire a prendere un cazzo del genere in bocca. Allora lui mi disse che mi avrebbe inculato. Io gli chiesi la cortesia di usare un lubrificante e lui mi rispose, con un certo fastidio, dicendomi che il lubrificante si usa solo per le donne che sono delicate e meritano rispetto. Poi mi fece mettere a pecorina, avvicinò la cappella al buco e iniziò a spingere. Pensai che non sarebbe mai entrato nemmeno con la forza e invece, spingendo e spingendo, alla fine entrò. Ricordo ancora il dolore, come se mi avessero squarciato il ventre. Ricordo che mi ritrovai senza nemmeno accorgermene in un lago di lacrime e con le gambe che tremavano.
Una volta entrato del tutto si fermò un attimo, prima di iniziare a fottermi con foga. Io sentivo ancora un dolore atroce e avvicinai una mano al buco: guardandomi poi la mano, notai con orrore che era insanguinata e continuai a piangere: mi aveva davvero rotto il culo, letteralmente. Poi però accadde l’impensabile: dopo un quarto d’ora di scopata, improvvisamente, il dolore iniziò a trasformarsi in godimento, le lacrime in bava, i lamenti in incitamenti. Venni ...