1. Alla mamma non far sapere quanto è bello un cazzo nella fica e l'altro nel sedere 2


    Data: 14/08/2023, Categorie: Incesti Autore: Troy2a, Fonte: EroticiRacconti

    ... che forzava le labbra per incontrare la mia. Sapeva di fresco, di giovane e di fresco: metteva voglia di continuare quel bacio all’infinito ed al tempo stesso di abbandonarlo subito per verificare se anche il suo cazzo aveva lo stesso sentore. La sua mano, ormai, si era impossessata stabilmente della mia fica e tormentava il mio clitoride, costringendomi ad una produzione over size di umori, che scivolavano, impregnando i leggins. Sentivo i miei capezzoli erigersi allo spasimo, tendendo la maglietta e, strofinandosi sopra, procurarmi brividi di piacere anche lì. Quanto mi sentivo troia, quanto mi sentivo madre, ma soprattutto finalmente appagata come femmina. Mi fece piegare, appoggiando i miei gomiti al tavolo, mi sfilò, in un colpo, pantaloni e mutandine; si inginocchiò dietro di me e prese a leccarmi la fica. Lo sentivo deglutire, cercando di catturare tutti i miei umori; poi, la sua longua risalii fino a trovare l’orifizio anale. Leccava lentamente, con un moto rotatorio intorno alla rosetta. Quindi un suo dito si fece largo e si intrufolò, senza che lui smettesse di leccare. Lo tirò fuori ed io sentii che ora mi stava penetrando con la lingua, che faceva saettare avanti ed indietro, per quel poco che riusciva ad entrare. Fu la volta di due dita, che entrarono, non senza qualche difficoltà e presero a muoversi, roteando nel mio intestino: erano sensazioni nuove, così diverse dalle dita nella fica, a cui pure non ero avvezza. Ma mi piaceva e il mio culo che si muoveva ...
    ... avanti ed indietro era senza dubbio un invito a continuare e, perché no, ad osare anche di più. Ed arrivarono tre dita, strette una all’altra. Riuscii a capire che il suo momento… il mio momento si avvicinava: fui tentata di dire qualcosa che lo facesse desistere, ma mi sentii così piccola: sarei andata fino in fondo, a qualsiasi costo. Lui era in piedi, dietro di me, le sue mani sui miei seni. Poi una di queste di staccò e la sentii che guidava il cazzo alla porta del mio corpo.
    
    “Chi è?” ironizzai per vincere la paura.
    
    “Il cazzo che ti romperà il culo, bella signora!”
    
    A stento riusciva passare tra le chiappe per raggiungere la mia rosellina e, quando cominciò a premere per farsi strada nel mio intestino, sentii un dolore fortissimo che mi fece urlare.
    
    “No, basta, ti prego! Mi stai facendo malissimo.”
    
    Lui si fermò e si allontanò, aprii il frigo e prese il panetto del burro. Tagliata una bella noce, si mise a spalmarla sull’ano e poi anche dentro; avvertivo il freddo che scaldandosi si scioglieva. Continuò a spalmarlo dentro e fuori per un paio di minuti, credo; poi tornò a puntarmi con quel formidabile ariete che si ritrovava tra le gambe. Scivolò abbastanza comodamente tra i glutei, fermando la sua avanzata sbattendo sul mio sfintere, che oppose una strenua resistenza, nonostante il burro consentisse a quel cazzo di avanzare con maggiore facilità, rispetto a prima. Urlai di nuovo, ma mi imposi di non trattenerlo e provai a concentrarmi su i centimetri che di cazzo ...