Zio Carlo e le lezioni di pompino
Data: 05/08/2018,
Categorie:
Etero
Incesti
Autore: ALBIFEETLOVERS, Fonte: RaccontiMilu
... allontanai il pene dalla bocca e preparai la pancina e le tette, che vennero letteralmente invase da un fiume bianco che mi travolse. Lo zio mi prese per le braccia e mi trascinò sul letto baciandomi avidamente tette pancia arrivando alla bocca, dove si unì la sua lingua alla mia in un effluvio di umori corporali, saliva sborra anche piscio: rimanemmo avvinghiati minuti in quell’abbraccio deliziosamente sporco, quando mi liberai e corsi a pulirmi in bagno.
Per il terzo round ero prontissima, ma anche zio, il cui cazzo non sembrava mai diventare completamente molle! Mi accolse nel letto per quella che sarebbe stata un’inculata preceduta da un pompino, quindi in questo caso avrei dovuto limitarmi a fargli venire duro, anzi durissimo. Incominciai a prenderlo in bocca, volevo farglielo sudare, lui capì il mio giochetto e incominciò a mettermi la mano dappertutto, per poi dirmi: “Facciamo un 69?” accettai volentieri, così ci mettemmo in posizione e mentre ripresi a ciuccarglielo e stuzziarlo con sublime lentezza, lui mi stantuffava la figa con due dita. “Ohh zio cosììì è troppoo” gli urlai, “Ultimo consiglio, vacca: mettimi un dito in culo!”, pur stupita provvidi subito a ficcargli l’indice ...
... nel buco del culo, e lo zio andò letteralmente in orbita. “Ohh sì Sara”, e intanto accellerai la spinta sul cazzo che sembrava vicino al punto di rottura. Carlo capì, ordino di alzarmi e di mettermi alla pecorina, e incominciò a stantuffarmi furiosamente. “Ahhhhhhhh, questa è goduria, bastardo, mi stai sfondando il culooo” urlai ormai senza freni, poteva sentirci chiunque ma del resto era un motel dove si andava a chiavare! Lo zio mi trapanava senza sosta schiaffeggiandomi pure il culo, fino a quando ordinò di girarmi sbattendomi in bocca il cazzo che mi sommerse per la terza volta di sborra, e io me lo tolsi dalla bocca innaffiandomi pancino figa e piedini, che lo zio provvide a ripulire ciucciandomi l’alluce e le altre dita senza ormai ritegno, a un certo punto sollevandomi e sbattendomi nella doccia, dove mi finì con una scarica di pioggia dorata che, unita all’acqua del getto, ingoiai ormai senza pudori rimasti. Rimasi lì per dieci minuti sotto l’acqua, per poi asciugarmi e tornare in camera dove lo zio si stava già rivestendo. “Lezione superata, Saretta, ormai sei una troia da dieci e lode.” E io lo ringraziai con una slinguata in bocca deliziosamente perversa, “Zio ti amo sempre più!”.