Sottomesse ai servi (parte 2)
Data: 03/02/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Kugher, Fonte: EroticiRacconti
... aveva loro anticipato.
10 minuti, ferme, sulla porta di quella cazzo di casa.
Solo i loro compagni potevano permettersi di farle aspettare.
Matteo questo lo sapeva.
Quel bastardo si stava affinando nella tortura psicologica. Lo sapevano, lui e sua moglie, che le due schiave avevano tanta paura quanta eccitazione in una improbabile mistura nella quale, in quel momento, sicuramente prevaleva la prima che, tuttavia, stava creando aspettative per la seconda.
Avrebbero forse dovuto suonare un’altra volta?
Lo sguardo che si scambiarono sembrava contenesse proprio quella domanda la cui
risposta si diedero da sole senza pronunciarla.
Se lo avessero fatto con buone probabilità i loro Padroni per la serata si sarebbero infastiditi.
Finalmente Matteo venne ad aprire.
Fecero fatica a percorrere i tre scalini che le separava da altrettante ore di tensione, paura, eccitazione, voglia, desiderio sessuale e tutto quel vaffanculo che quelle sere portavano loro, o anche solo a Simona, non essendo escluso che a volte solo lei vi andasse.
L’uomo sorrideva e non si spostò dal varco della porta finchè le due “schiave” non
abbassarono spontaneamente lo sguardo.
Quante volte nella vita può capitare che i domestici possano avere a loro completa
disposizione la “Padrona” per divertirsi?
“Luisa, sono arrivate le due schiave”.
Quella frase fu come un pugno nello stomaco.
Era impossibile non registrare eccitazione nella voce dell’uomo che annunciava ...
... alla moglie l’arrivo delle due Signore.
“Falle camminare come cagne, quelle puttane”.
Come cagne?
Si sentirono come sollevate come da un turbine sentendo, in nemmeno 15 secondi, tre parole che avrebbero fatto da sfondo all'intera serata: schiave, cagne e puttane.
Era una situazione nuova, non lo avevano mai fatto.
Sarebbe stato umiliantissimo.
La porta era ancora aperta e si voltarono per guardarla quale potenziale via di fuga, spinte da quella contraddizione che albergava nel loro stomaco.
Il desiderio di adrenalina fu più forte della voglia di scappare e, condannando loro stesse a ciò che serviva per le emozioni desiderate, chiusero la porta a chiave, togliendola dalla serratura e simbolicamente consegnandola a Matteo e, con essa, consegnando loro stesse.
Quante volte i domestici le avevano ammirate in quegli abiti raffinati, eleganti e sexy che l’uomo, lentamente, cominciò a stracciare per spogliarle.
Restarono bloccate dalla sorpresa per quell’atto al quale, per la prima volta, venivano sottoposte.
La mente era in un vortice fortissimo di emozioni che le isolava dal mondo esterno e le facevano vivere solo il momento, senza pensare alle prossime ore o a quelle precedenti.
Non ebbero modo di pensare che ci doveva essere stato un accordo tra i domestici ed
Ettore e, così, non poterono nemmeno chiedersi cos’altro avevano concordato a loro danno…o vantaggio, perché ogni cosa ha sempre almeno due punti di vista.
Restarono ferme e tremanti ...