La ricerca della collaboratrice
Data: 27/07/2023,
Categorie:
Lesbo
Autore: Serena Rossi, Fonte: EroticiRacconti
Questo racconto potrebbe costituire il prequel di quanto proposto da un’altra autrice dal titolo “In ditta con la mia amica”…..
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Sto guardando i curricula che ci sono giunti per l’annuncio che abbiamo fatto inserire alla ricerca di una collaboratrice “speciale”. Ne scarto subito una buona parte, quando ad un certo punto vengo catturata da uno in particolare in cui la candidata ha intelligentemente aggiunto una sua immagine. E’ il suo viso in particolar modo a colpirmi, capello biondo, occhi verde mare, labbra carnose, ma su tutto in assoluto il suo sguardo! Un mix perfetto di sensualità, ironia, apparente ingenuità che da un’altra angolatura può virare ad una passione perversa.
Le invio una mail fissandole un colloquio per venerdì mattina. Puntuale come un orologio svizzero sento l’interfono della responsabile della portineria che mi avverte del suo arrivo, le chiedo di farla accompagnare nel mio ufficio.
Appena è sulla soglia il mio sguardo avvampa di desiderio e i miei occhi le si appiccicano addosso studiando ogni suo impercettibile movimento.
Le dico di accomodarsi e di non chiudere la porta, non ce ne sarà bisogno come da prassi della nostra società.
Mi viene incontro in decolletè e minigonna (che brava mi dico), le nostre mani si stringono per le presentazioni, la mia stretta e ferma e sicura anche se il suo tocco mi fa ...
... vibrare.
Cominciamo a parlare e da subito il nostro colloquio divaga e si fa sempre più informale, ha un sussulto improvviso quando, a gambe accavallate, sfilo una scarpa e comincio a dondolarla sulla punta delle dita, mi diverto a torturarla con questo sottile gioco erotico.
Le spiego che la figura che cerchiamo è quella di una collaboratrice un po' tuttofare, ma anche un po' “speciale”. Che si dedichi agli eventuali “bisogni” dei colleghi, ma soprattutto dei miei. Mi guarda fra lo stupito, l’incuriosito e il meravigliato.
Più parlo più la mia gonna si fa inguinale, forse sì starà chiedendo il colore delle mie mutandine, ma ci mette poco a scoprire che non le porto, solo il tempo di una mia maliziosa sforbiciata.
Nell' altra stanza squilla il telefono, le chiedo un attimo e la lascio sola, volutamente ho lasciato un cassetto proprio al suo fianco aperto, in cui spuntano evidenti, un ovetto e un cazzo di silicone. Non si accorge del mio rientro, la sorprendo dunque con in mano i due giocattoli, tenta imbarazzata di riporli nel cassetto, ma mi oppongo e mentre fermo la sua mano afferrandola per il polso, la porto all’altezza del mio inguine…
La fisso dritto negli occhi, sollevo la mia gonna e le sussurro in modo inequivocabile "leccami la fica, vediamo cosa sai fare....".
Affonda subito la sua testa che poi io trattengo forte per la nuca, è davvero molto molto brava, non è di certo la prima volta che si trova ad affondare il viso anzi tutt’altro…
Alterna ...